Le aziende ci rendono dipendenti da zuccheri, grassi e sale: cosa fare per disintossicarsi velocemente

Le aziende ci rendono dipendenti da zuccheri, grassi e sale: cosa fare per disintossicarsi velocemente

Le aziende alimentari si appoggiano alla scienza per rendere i consumatori dipendenti da zuccheri, grassi e sale: vediamo come fanno.

Quasi tutti i prodotti alimentari più allettanti sono creati ad hoc per indurre i consumatori a essere dipendenti da zuccheri, grassi e sale. Un meccanismo ormai collaudato, che sfrutta le reazioni del cervello umano così da alimentare in modo continuo il senso di desiderio e ricompensa. Tutto ciò è nocivo per la salute, ma le aziende del food se ne fregano.

Le aziende ci rendono dipendenti da zuccheri, grassi e sale

Lo scienziato danese Nicklas Brendborg ha recentemente pubblicato un libro molto interessante, Ancora un po’. Come la scienza manipola i nostri istinti e i nostri consumi. L’opera dovrebbe essere letta da tutti, anche nelle scuole, perché lancia un allarme su ciò che sta accadendo nel settore dell’industria alimentare ai danni dell’essere umano. Non è un segreto: le aziende, ormai da anni, si appoggiano alla scienza per rendere i consumatori dipendenti da zuccheri, grassi e sale.

Il meccanismo è molto semplice: quando un cibo risulta particolarmente piacevole il cervello si sente appagato e spinge a ripetere la stessa esperienza. Ma non è tutto. Come accade con le altre dipendenze, dalla droga al gioco, a un certo punto l’appagamento momentaneo non basta più, per cui si tende ad averne un altro e un altro ancora, sempre maggiore. Questo, per quel che riguarda la dieta, si traduce con il bisogno di mangiare sempre di più.

I produttori sono in guerra con il senso di sazietà e autocontrollo dei consumatori e per questo eliminano la fibra dai loro prodotti. (…) Finanziano centri di ricerca e studiosi pur di ottimizzare al milligrammo le patatine, barrette al cioccolato, bibite gassate, gelati, caramelle, i cookie e i pasti pronti da riscaldare al microonde, neanche fossero farmaci anticancro o armi segrete“, scrive Brendborg.

Come contrastare la dipendenza causata dalle aziende del food

Ovviamente, le aziende creano dipendenza dal cibo spazzatura o ultraprocessato e non da alimenti sani. Zuccheri, grassi e sali, ormai, sono presenti ovunque, non soltanto nello junk food, ma anche nei ristoranti, in modo da attrarre sempre più clienti. Secondo Brendborg, lo zucchero viene ormai utilizzato per qualsiasi pietanza: dal macinato per gli hamburger al riso per il sushi, passando per le zuppe, le salse, i sughi pronti e i cereali per la colazione. Stessa cosa per il sale, che i colossi del food ci fanno consumare nella quantità di 7/10 grammi al giorno (contro i 0,5 grammi consigliati dai medici).

Ingerendo continuamente zuccheri, grassi e sali, si diventa sensibili e, di conseguenza, si tende a scegliere alimenti che ne contengono quantità sempre maggiori. Così si innesca la dipendenza, che anche in questo settore può arrivare a creare vere e proprie crisi di astinenza.

Come disinnescare questo meccanismo? Brendborg ha dichiarato: “È molto più difficile, e non sappiamo ancora di preciso come fare, ma esiste un metodo che alcuni alcolisti hanno trovato efficace, tant’è vero che uno dei modelli terapeutici oggi in uso, il cosiddetto ‘metodo Sinclair’, che prescrive al soggetto di continuare a bere, ma sotto l’effetto del naltrexone, in modo tale da provare una costante delusione quando la ricompensa è al di sotto delle attese, in modo da far calare il livello di dopamina“.