Allevamento, vendita e macellazione dei cani per il consumo della loro carne sono stati vietati dal Parlamento in Corea del Sud.
In Corea del Sud è stata approvata una legge che proibisce l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per la loro carne. Questa pratica tradizionale, oggetto di critiche da parte degli attivisti, è stata vietata dal Parlamento. La legge prevede pene fino a tre anni di carcere o sanzioni con una multa di 30 milioni di won (circa 23.000 dollari).
Le legge approvata dal Parlamento
In data 9 gennaio 2024, il parlamento della Corea del Sud ha approvato una legge che vieta l’allevamento, il macello e il commercio di cani per la loro carne. Questa “rivoluzione culturale” è soggetta a un periodo di transizione di tre anni ed entrerà in vigore completamente nel 2027.
L’Assemblea Nazionale, il parlamento unicamerale della Corea del Sud, ha approvato la proposta di legge con un voto di 208 favorevoli e nessun contrario. La legge, per essere completamente operativa, richiede l’approvazione del governo e la firma del Presidente, ma questo è considerato un passaggio formale dato che entrambi sono favorevoli al divieto. Sono poi state inserite sanzioni che vanno fino a tre anni di carcere o multe di 30 milioni di won, circa 23.000 dollari, per coloro che violeranno la normativa.
Inoltre, la nuova legge non solo vieta quanto detto, ma prevede anche l’implementazione di sussidi per sostenere coloro che attualmente lavorano nel settore della carne di cane a trovare alternative occupazionali. Secondo le statistiche del governo, nel paese ci sono circa 1.150 allevamenti di cani, 34 macellerie, 219 distributori e circa 1.600 ristoranti che offrono piatti a base di carne di cane. Entro il 2027, questi operatori dovranno quindi diversificare le proprie attività.
Com’è partita l’azione verso la legge
Il divieto è il risultato di un’azione sostenuta sia dal People Power Party, attualmente al potere, che dal Partito Democratico, la principale forza d’opposizione. Questo si inserisce in un contesto di crescente consapevolezza nella società riguardo ai diritti degli animali.
Anche la first lady Kim Keon-hee ha pubblicamente espresso il suo sostegno al divieto, affermando che la proibizione era una delle promesse della campagna elettorale del presidente Yoon Suk-yeol. È interessante notare che sia Yoon che Kim sono noti amanti degli animali domestici, vivendo con quattro cani e tre gatti, secondo quanto riportato in passato dall’Ufficio presidenziale. Questo evidenzia un’impegno personale da parte delle figure di spicco nel governo nei confronti del benessere degli animali.
La tradizione della carne di cane
In Corea del Sud, la tradizione di consumare carne di cane risale a secoli fa. Durante i periodi di carestia, come la Guerra di Corea, il cane divenne una risorsa alimentare fondamentale per l’intera nazione. Questa pratica è poi perdurata anche oltre la conclusione dei conflitti, poiché in passato i cani erano facilmente allevati in quantità maggiori rispetto ai bovini, che venivano principalmente impiegati per attività agricole come il trainare i carri o arare i campi.
Questa abitudine è diventata poi oggetto di accese polemiche negli ultimi anni, sia a livello nazionale che internazionale: le proteste per i diritti degli animali e le preoccupazioni igienico-sanitarie hanno infatti sollevato dibattiti intensi.