Ernst Knam ha ricevuto diverse critiche per le uova di Pasqua che ha firmato per Dolci Preziosi: questa volta, il prezzo non c’entra nulla.
Oltre ai suoi dolci di Pasqua 2025, Ernst Knam ha firmato anche quest’anno una collezione di uova di cioccolato per Dolci Preziosi. Otto gusti diversi, alcuni classici e altri particolari, che il maestro ha presentato personalmente sui suoi canali social. Le critiche, però, sono arrivate puntuali: questa volta, i prezzi non c’entrano nulla.
Ernst Knam: critiche alle sue uova di Pasqua per Dolci Preziosi
Anche per la Pasqua 2025, prosegue la collaborazione tra Ernst Knam e Dolci Preziosi. Il re del cioccolato, tramite i suoi canali social, ha presentato i gusti delle uova di quest’anno. Sono otto: al latte 39%, fondente 70%, bianco con vaniglia Madagascar, caramello salato, frutto della passione con cioccolato al latte, cioccolato bianco con arachidi e pistacchi, nocciolato al latte e fondente con lamponi. Ampia varietà di sapori, belle confezioni e prezzi accessibili, eppure le critiche sono arrivate puntuali.
“Ogni uovo è un piccolo capolavoro di gusto, pensato per stupire e farvi vivere un momento di dolcezza autentica. Dalla selezione delle materie prime al design, nulla è lasciato al caso. Cioccolato di alta qualità, creatività nei gusti e nei dettagli e una sorpresa di gusto tutta da scoprire. Anche quest’anno, il cioccolato racconta una storia. E a Pasqua, la racconto insieme a voi“, ha scritto Ernst su Instagram.
Le uova di Dolci Preziosi sono deludenti: perché?
Le uova che Ernst Knam ha firmato per Dolci Preziosi sono in vendita presso i principali supermercati italiani, a prezzi che possono variare da 9,90 a 22,90 euro. Ovviamente, i gusti classici hanno un costo inferiore rispetto a quello delle specialità. Questa volta, però, le critiche non hanno nulla a che vedere con le ‘tariffe’.
Tra i commenti social al post del re del cioccolato si legge: “Ho assaggiato quello al caramello e quello cioccolato bianco e pistacchio e sinceramente mi hanno un po’ deluso“, oppure “Nulla di che“. A quanto pare, i consumatori non hanno trovato i gusti ‘speciali’ così sorprendenti.