I controlli dell’Unione Europea sul miele dimostrano che spesso questo prodotto viene falsificato, a danno dei consumatori.
In seguito a controlli effettuati da parte dell’Unione Europea, durante il 2017 ed ancora in atto, si è potuto constatare che il miele disponibile in commercio è per lo più un artefatto e non un prodotto del tutto naturale. Spesso vengono aggiunti zuccheri come lo sciroppo di mais o di riso e il succo di barbabietola, oltre a quantità di acqua; andando a creare un sottoprodotto che, seppur manifestando le medesime caratteristiche visive, non presenta le reali proprietà. Questo si traduce in una vera e propria truffa a carico dei consumatori.
Un ulteriore controllo ha messo in evidenza anche la falsificazione sia dell’origine geografica che di quella botanica. Insomma, sembra che la sostanza dolce e densa che oggigiorno portiamo sulle nostre tavole sia ben diversa da quella che veniva prodotta un tempo!
Il miele e la sua lavorazione
Il miele, già apprezzato nell’antico Egitto, è una sostanza appiccicosa e molto dolce che, in natura, viene prodotta dal parsimonioso lavoro delle api. Dall’unione del nettare e della melata, il miele nasce sulle pareti delle celle dell’alveare attraverso un processo di elaborazione effettuato da questi insetti, che lo usano come nutrimento.
In seguito l’apicoltore lo estrae dalle arnie per poterne effettuare la lavorazione. Il processo è caratterizzato da passaggi successivi, fino ad arrivare all’invasettamento, allo stoccaggio e successivamente alla commercializzazione.
Le richieste di miele in aumento, hanno portato alla produzione di falsi
In un primo tempo, a causa delle aumentate richieste da parte dei consumatori e della conseguente diminuzione della disponibilità del prodotto; il miele ha raggiunto prezzi piuttosto elevati.
Successivamente si è passati alla contraffazione. Direttamente dalla Cina esiste un surrogato, di origine sintetica e molto difficile da riconoscere, che sta prendendo piede nel commercio europeo. Spagna Belgio e Inghilterra sono alcuni dei Paesi europei in cui l’ambita sostanza dorata è riuscita ad entrare furtivamente. Chi ne risente è il consumatore che viene truffato, spesso a sua insaputa.