Lo sapevi che non bisogna sedersi in 13 a tavola?

Lo sapevi che non bisogna sedersi in 13 a tavola?

È una delle superstizioni più famose legate al mondo della cucina, citata anche nei manuali di buone maniere!

Uno dei momenti migliori, parlando di cucina, è sicuramente l’aspetto conviviale del mangiare insieme! Condividere i pasti con qualcuno di caro, amici o parenti, rappresenta del tempo piacevole che si trascorre in buona compagnia. Tuttavia, non è sempre così! Esiste infatti un’usanza, riguardo il mangiare insieme ad altri individui, che se infranta porterebbe sventura a tutte le persone presenti: non bisogna sedersi in 13 a tavola!

Perché non bisogna sedersi in 13 a tavola?

A differenza di altre credenze, quella che recita che non bisogna sedersi in 13 a tavola è sopravvissuta ancora ai giorni nostri. È diventata, infatti, una delle usanze più conosciute di sempre, e ancora oggi molte persone credono in essa e la fanno rispettare. Era talmente radicata che, ad un certo punto, essa è diventata una vera e propria regola, tanto da finire all’interno dei manuali di buone maniere. Il motivo che spinge tutt’ora le persone a ritenere valida questa credenza è semplice: se per disgrazia ci si sedesse in 13 a tavola, uno dei commensali morirebbe entro l’anno corrente.

Non bisogna sedersi in 13 a tavola: origini da tutto il mondo

L’usanza del non sedersi in 13 a tavola è molto diffusa nel mondo e, per questo, ha subito tante variazioni nel corso della storia. Dai vichinghi all’epoca dei primi cristiani, passando per gli antichi Greci e il Medioevo fino ad arrivare all’epoca moderna, dove è stata inserita all’interno dei galatei!

Le radici dell’usanza prima dei cristiani

Diversamente da altre credenze, come quella del sedano, che hanno radici tra Greci o Romani, il fatto che non bisogna sedersi in 13 a tavola ha origini ancora più antiche. In particolare, le prime testimonianze si trovano all’interno della religione dei popoli della Scandinavia.

Secondo il racconto del mito norreno, nel Valhalla venne organizzato un banchetto a cui parteciparono 12 divinità. Tra gli dei, l’unico a non essere stato invitato fu Loki, a causa della sua natura malvagia e caotica. Nonostante ciò, Loki si presentò comunque al banchetto come tredicesimo invitato, facendo scattare una rissa. Nello scontro rimase, così, Balder, il dio della pace.

L’usanza si diffuse poi in tutta Europa fino ad essere conosciuta da Greci. Secondo le loro tradizioni, il re Filippo Macedone fece aggiungere la propria statua ad altre 12 che raffiguravano degli dei. Il giorno stesso in cui ciò accadde, Filippo venne assassinato.

Dai primi cristiani alle raccomandazioni nel galateo

Quando questa usanza è giunta alle orecchie dei cristiani, essi hanno subito associato questa leggenda alla propria religione, in particolare all’episodio dell’Ultima Cena. Secondo il racconto biblico, Gesù aveva diviso il pasto con i suoi 12 apostoli. In questo modo, i commensali a tavola erano in totale 13: Gesù venne infatti condannato a morte. Una credenza che, di conseguenza, è rimasta famosa anche per tutto il Medioevo.

Per secoli, anche finita l’epoca medievale, si è sempre creduto che sedersi in 13 a tavola fosse qualcosa da evitare ad ogni costo. Tuttavia, il culmine del radicamento della leggenda si ha nell’Ottocento quando, nonostante fosse appena finita l’epoca dell’Illuminismo, la regola che non bisogna sedersi in 13 a tavola compare nei galatei.

In quel secolo vennero stampati molti manuali di buone maniere su come evitare che uno dei 13 commensali facesse una fine tragica. Alcuni di questi libri consigliavano di togliere o aggiungere un ospite all’ultimo minuto, altri di vestire in modo elegante uno dei domestici perché partecipasse al pasto.

Non bisogna sedersi in 13 a tavola: la superstizione oggi

Questa credenza popolare è sopravvissuta anche ai nostri giorni, ed esistono anche molti modi per cacciare la sfortuna che porterebbe il sedersi in 13 a tavola. Uno di quelli considerati più efficaci è quello di apparecchiare anche per l’eventuale quattordicesimo commensale. Bisogna ricordarsi però di mettere il cibo anche nel suo piatto, per poi dividerlo tra i 13 presenti in modo da esorcizzare la sfortuna.

Tuttavia, vi è anche un altro metodo per difendersi da questa superstizione tipico dell’Inghilterra. Qualora ci fossero 13 persone sedute a tavola, bisognerebbe appoggiare sul tavolo stesso un gatto di porcellana. Quest’ultimo simboleggia, così, il 14esimo ospite!

Leggi anche
Lo sapevi che il pane capovolto a tavola porta sfortuna?

Il numero 13, una cifra maledetta

La credenza che non bisogna sedersi in 13 a tavola si ricollega a una superstizione ancora più famosa: il numero 13 porta sfortuna. Una convinzione radicata da secoli: infatti, un venerdì 13 del 1307 Filippo IV re di Francia diede ordine di sterminare i cavalieri templari. Un episodio così dentro l’immaginario popolare che ha portato ad associare il 13 alle sciagure.

Ma non è solo in Europa che si pensa al 13 come numero sfortunato! Tracce di questo numero associato alla negatività compaiono anche nella cultura Maya. L’antico popolo sudamericano collegava il 13 al caos e alla fine del mondo!

Infine, ancora oggi in America il numero 13 viene trattato come se fosse maledetto! Negli alberghi americani non esistono stanze con questo numero, ma si passa dal 12 al 14 direttamente. In alcuni grattacieli di New York, il piano numero 13 non esiste, ma viene sostituito con il 12-bis.

Argomenti