Lutto nel mondo dei fornelli: è morto lo chef che ha rivoluzionato la cucina italiana, nonché insegnante di Bruno Barbieri e Igles Corelli.
Negli anni Ottanta, è stato soprattutto uno chef a rivoluzionare la cucina italiana. Un vero e proprio innovatore, che all’epoca coinvolse nel suo progetto giovani cuochi che oggi sono mostri dei fornelli, come Bruno Barbieri e Igles Corelli. Il cuoco è morto a 76 anni, “abbandonato da tutti“.
Morto lo chef che ha rivoluzionato la cucina: Barbieri in lacrime
E’ morto a 76 anni uno degli chef italiani più importanti, che negli anni Ottanta ha contribuito a rivoluzionare la cucina nostrana. Stiamo parlando di Giacinto Rossetti, fondatore del Trigabolo di Argenta, in provincia di Ferrara. Il cuoco, che dopo il fallimento del suo ristorante si era ritirato cucinando solo per eventi privati, è deceduto mercoledì 27 novembre 2024.
Nel 1979, quando lo chef ha deciso di trasformare una pizzeria in un ristorante di classe, ha coinvolto nel progetto giovani cuochi, come Bruno Barbieri e Igles Corelli. Sono stati proprio loro, intervistati dal Gambero Rosso, a ricordare Rossetti. Il giudice di MasterChef ha raccontato:
“A me sai cosa mi dispiace? E’ che dopo la morte allora si proclamano i migliori, ma prima nessuno si fa vedere, Giacinto era stato abbandonato da quasi tutti, tranne tutti noi che abbiamo lavorato con lui. Era finito nel dimenticatoio malgrado avesse scritto un pezzo di storia della ristorazione negli anni Ottanta, la transizione tra la cucina della mamma e della nonna e quella contemporanea“.
Rossetti, lo chef rivoluzionario finito nel dimenticatoio
Stando al racconto di Barbieri, lo chef è morto “abbandonato da tutti“. Dopo il fallimento del Trigabolo, nel 1993, è finito nel dimenticatoio. Eppure è stato lui a rivoluzionare la cucina italiana, ospitando nel suo ristorante personalità di fama mondiale, tra cui Andy Warhol.
Corelli, però, ci ha tenuto a sottolineare: “Un po’ è dipeso anche da lui. Chiuso il Trigabolo non ha più fatto ristorazione, era come fosse finito il suo sogno. Al massimo ha organizzato qualche cena per un riccone di Bologna con cui collaborava“. Barbieri è, in parte, d’accordo: “Non ha fatto una bella fine. Lui era uno che a un certo punto non voleva farsi aiutare, è stato un uomo anche abbastanza duro, aveva il suo modo di vedere la vita, il lavoro, gli altri. Ed è chiaro che in questo mondo se non scendi a compromessi alla fine resti da solo. E lui è sempre stato solitario, ce l’aveva con il mondo intero, ma aveva una forza straordinaria nel suo modo di porsi e di fare“.