Il trucco del rinvaso: ecco come ti fregano quando ordini vino al ristorante

Il trucco del rinvaso: ecco come ti fregano quando ordini vino al ristorante

Un’inchiesta ha rivelato un lato oscuro di molti ristoranti: sostituire un vino di qualità con uno inferiore per massimizzare i profitti.

Il vino è uno dei principali protagonisti sulla tavola. Amato da tutti, se abbinato nel modo giusto dà quel tocco in più al pasto, rendendolo indimenticabile. Tuttavia, spesso il vino si trova ingiustamente al centro di scandali e inganni. A tal proposito, un’inchiesta del quotidiano parigino Le Parisien ha rivelato che molti locali della capitale francese truffino costantemente i propri clienti. Come? Attraverso la pratica del rinvaso, una tecnica purtroppo non estranea neanche all’Italia. Ecco di cosa si tratta.

Che cos’è il rinvaso, la truffa del vino

Il rinvaso è probabilmente una delle forme di truffa più fastidiose all’interno del mondo della ristorazione. Si tratta di una pratica che consiste nel travasare il vino dalla bottiglia originale a un’altra, diventando un vero e proprio inganno. Infatti, spesso accade che ai turisti venga venduto del vino di qualità inferiore rispetto a quello promesso sulla carta. L’obiettivo? Massimizzare i profitti con una spesa minima di prodotto.

Purtroppo per il consumatore diventa difficile se non impossibile accorgersi della truffa. Infatti, il rinvaso viene fatto in cucina, lontano dagli occhi del clientela e solo chi ha un palato molto raffinato riesce ad accorgersi che effettivamente quello che sta consumando non è il vino ordinato.

Bicchiere di vino

Le testimonianze dei camerieri

All’interno dell’inchiesta sono presenti anche le testimonianze di alcuni camerieri che sono stati coinvolti direttamente nella pratica del rinvaso. “A parte i clienti abituali, tutti gli altri clienti venivano truffati”, ha confessato un’ex cameriere di un locale del 18° arrondissement. Un altro cameriere che ha lavorato presso Montmartre ha aggiunto: “Quando vedevo arrivare i turisti americani sulle terrazze, sapevo che sarebbero stati ingannati“.

Inganni che i camerieri erano portati ad eseguire poiché chiesto esplicitamente dai loro titolari. Un’ex dipendente, infatti ha ammesso: “Il proprietario ci rimproverava se la bottiglia più pregiata finiva troppo in fretta“.

Il rinvaso in Italia: gli scandali che sono passati alla storia

Ma Parigi non è l’unico posto nel mondo ad essere colpito dal rinvaso. Infatti, questa pratica ha dei precedenti anche in Italia, dove in passato ci sono stati scandali che sono diventati storia. È il caso del vito al metanolo, che andò ben oltre la semplice truffa: a causa dell’aggiunta del metanolo morirono ben 23 persone, mentre 150 subirono dei danni neurologici irreversibili. L’obiettivo dell’operazione? Aumentare la gradazione alcolica della bevanda senza aggiungere eccessivi costi.

Un altro caso fu la celebre “Operazione Bacco”, quando alcuni vini toscani furono imbottigliati in ambienti non certificati e marchiati con delle etichette false. E ancora quello di “Velenitaly” del 2008, quando venne fatto uso di acido cloridrico e solforico per mascherare eventuali difetti del vino e farlo sembrare più vecchio.

Quando il rinvaso non è una truffa

In ogni caso è bene sottolineare un aspetto importante: il rinvaso non sempre è sinonimo di truffa. Anzi, questo processo è fondamentale nel ciclo di produzione del vino. Infatti, col rinvaso è possibile separare il vino da eventuali depositi presenti sul fondo dei contenitori e chiarificare la bevanda.

Ma non solo, dato che in certi locali il rinvaso si esegue per scopi di semplice conservazione. Infatti, quando viene aperta una bottiglia, il vino inutilizzato viene versato in bottiglie più piccole per evitare che si verifichi l’ossidazione. Ultimo, ma non per importanza è il rinvaso con scopo di sicurezza: in alcuni casi può succedere che piccoli difetti presenti sulla bottiglia originale vadano a rovinare il contenuto. Per questo motivo, col rinvaso è possibile garantire al cliente un prodotto di ottima qualità.

Argomenti