Lo conferma uno studio tutto italiano: il mais geneticamente modificato con geni di altre specie non rappresenta alcun pericolo per la salute.
In seguito all’analisi dei dati relativi a 21 anni di coltivazioni nel mondo, la ricerca condotta dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa ha evidenziato l’assenza di correlazioni tra mais OGM e rischi per la salute umana, animale o ambientale. I dati statistici e matematici parlano chiaro: il mais OGM non è dannoso.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, è stato il primo ad analizzare i dati provenienti dalle coltivazioni di mais transgenico di Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia Africa e Australia, dal 1996 al 2016. Il confronto è stato fatto con le generazioni parentali non transgeniche.
Gli autori del progetto, Elisa Pellegrino, Stefano Bedini e Marco Nuti, insieme alla coordinatrice della ricerca Laura Ercoli rivelano che l’analisi è stata condotta elaborando rigorosamente i dati scientifici a disposizione. Laura Ercoli, docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna ha dichiarato sulla rivista scientifica Scientific Reports che “Questa analisi fornisce una sintesi efficace su un problema specifico molto discusso pubblicamente“.
La posizione di Greenpeace sul mais OGM
L’associazione Greenpeace afferma che si tratta di una falsa panacea per la produzione di cibo, perché il largo uso di OGM rappresenterebbe in realtà un freno per l’innovazione ecologica in agricoltura. Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia afferma che “la maggioranza delle colture ogm ha come caratteristica principale la resistenza agli erbicidi o a determinati parassiti, ma la vera sfida per l’agricoltura del futuro è la capacità di adattarsi a un clima che cambia, svincolandosi dall’uso di sostanze pericolose“.
L’opinione di Coldiretti
A prescindere dall’andamento del dibattito scientifico e politico, la maggior parte degli italiani si schiera contro i prodotti OGM. La diffidenza regna sovrana in tutta Europa, dove nel 2017 si è registrato un calo della superficie coltivata seminando OGM.
Il tema in questione risulta bollente e, nonostante lo studio abbia riguardato esclusivamente l’elaborazione di dati scientifici, resta aperto il problema dell’interpretazione politica.
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