Migliori formaggi al mondo: l’Italia batte tutti

Migliori formaggi al mondo: l’Italia batte tutti

La classifica annuale di TasteAtlas parla chiaro: nella classifica dei 100 migliori formaggi al mondo i più buoni sono quelli italiani.

TasteAtlas, uno dei siti più quotati che parla di cibo e prodotti tipici da tutto il mondo ha fatto la sua classifica e, per fine anno, ha stilato una lista dei 100 formaggi migliori al mondo. Secondo voi chi ha vinto? Se avete detto Francia… avete sbagliato! È infatti italiano il podio intero, e non solo, abbiamo tantissime altre qualità nella classifica. Scopriamole tutte e vediamo quali sono gli altri nella top 10.

Formaggi

La top 10 dei migliori formaggi al mondo

La classifica stilata da TateAtlas vede ben 100 formaggi migliori al mondo, proprio come si legge sul sito o anche nel post pubblicato sulla loro pagina Instagram ufficiale. Identifichiamo tuttavia i primi 10, i più buoni in assoluto.

Al primo posto c’è il Parmigiano Reggiano. Un formaggio a pasta dura DOP, appartenente alla famiglia dei grana, è ottenuto da latte vaccino crudo, parzialmente scremato tramite affioramento, senza l’inclusione di alcun tipo di additivo.

Al secondo posto c’è la mozzarella di bufala Campana. Un formaggio morbido e fresco, con una consistenza filante, fabbricato secondo le tradizioni nelle zone di Caserta e Salerno.

Italiano anche il terzo posto che se lo aggiudica lo stracchino di Crescenza. Un tipo di formaggio italiano a pasta molle e cruda, con un periodo di maturazione breve, fatto con latte vaccino intero. Questo formaggio può essere ottenuto sia da latte crudo che da latte pastorizzato.

Quarto posto per la Graviera naxou greca. Un formaggio a pasta dura con latte misto, esclusivamente prodotto nell’isola di Naxos, situata nelle Cicladi.

Si aggiudica il quinto posto il Queijo Serra da Estrela. Un formaggio originario del Portogallo, fatto con latte proveniente da pecore di razza Bordaleira o Churra Mondegueira, allevate nella zona della Serra da Estrela.

Torna un formaggio italiano, ad aggiudicarsi la sesta posizione: la burrata. Un formaggio fresco di latte vaccino, a pasta filata, con una forma tondeggiante simile alla mozzarella. La consistenza interna è morbida e simile alla manteca.

Solo in settima posizione arriva un formaggio francese, il Saint-André, un formaggio morbido di latte vaccino.

Anche l’ottava posizione è francese con il Reblochon. Un formaggio francese originario dell’Alta Savoia, a pasta pressata fatto con latte crudo di mucca.

Nono posto per il Pljevaljski sir. Il “paški sir” è un formaggio croato prodotto sull’isola di Pago. È considerato il formaggio più rinomato e pregiato della Croazia. Ottenuto dalla razza ovina paska Ovca, viene stagionato per un minimo di quattro mesi.

Ultimo della top ten è il formaggio francese Mont d’Or. Un formaggio a pasta molle, non cotto, leggermente pressato e con la crosta lavata. Viene avvolto con una lamina di legno di abete per mantenere la forma e sviluppare gli aromi balsamici tipici durante un processo di maturazione di almeno tre settimane.

I formaggi italiani in classifica

Oltre ai 4 presenti in top 10, ovvero il Parmigiano Reggiano, la mozzarella di bufala Campana, lo stracchino e la burrata, ci sono altri formaggi che si sono aggiudicati un posto in classifica.

In undicesima posizione abbiamo il Grana Padano, molto simile al Parmigiano Reggiano.

Tredicesimo il Pecorino romano. Un formaggio ottenuto esclusivamente utilizzando latte proveniente da pecore delle zone geografiche protette.

Diciassettesimo il Pecorino sardo. Anche questo è certificato DOP, come quello romano. Si tratta di un formaggio a pasta semicotta, realizzato con latte intero di pecora proveniente da allevamenti locali in Sardegna.

Ventesimo il Percorino toscano, mentre ventunesimo il provolone del monaco. Quest’ultimo è un formaggio derivante dalla lavorazione del latte proveniente dalla razza di bovini Agerolese.

La stracciata si aggiudica la trentesima posizione. Un formaggio fresco a pasta filata con una forma piatta e allungata. La caratteristica principale è il ripiegamento uniforme su sé stesso o intrecciato, ed è ottenuto utilizzando latte vaccino.

Trentacinquesimo posto per la provola. Anche in questo caso si tratta di un formaggio realizzato con latte vaccino, a volte utilizzando latte crudo, caratterizzato dalla presenza di pasta cotta o semicotta e filata.

Quarantesima la burrata di Andria. Realizzata come la classica burrata, tuttavia è un prodotto tutelato e riconosciuto I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta).

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Quarantasettesimo posto per il gorgonzola piccante. Formaggio vaccino a pasta dura, con un’elevata diffusione di venature blu-verdastre molto pronunciate e una stagionatura più lunga del suo fratello: il gorgonzola dolce.

Infine, al quarantanovesimo posto, abbiamo il Taleggio. Un formaggio italiano con la denominazione di origine protetta, fatto con pasta cruda di latte vaccino, dalla consistenza molle e con la crosta lavata.

Dalla cinquantesima posizione in poi ci sono tanti altri prodotti italiani: posizione 58 per la stracciatella, 59 per il Pecorino siciliano, 72 gorgonzola dolce, 79 caciocavallo Silano, 86 Bagoss, 87 scamorza e infine novantaseiesima la Fontina.