Chef privato: come avviare l'attività e quali requisiti servono
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Chef privato: come avviare l’attività e quali requisiti servono

Dettaglio finale: lo chef mentre aggiunge la salsa a un piatto appena preparato.

Cucinare per gli altri è sempre stata la tua passione, e ora stai pensando di trasformarla in un vero lavoro.

La figura dello chef privato sta conquistando sempre più spazio in Italia, complice la voglia di esperienze gastronomiche personalizzate direttamente a casa propria.

Se ti stai chiedendo da dove partire per avviare questa attività, sei nel posto giusto: ecco tutto quello che devi sapere su requisiti, burocrazia e opportunità di guadagno.

Cosa fa uno chef privato e perché questa professione è in forte crescita

Lo chef privato è un professionista che offre i propri servizi culinari direttamente presso l’abitazione del cliente, occupandosi di tutto: dalla definizione del menù alla preparazione delle portate, fino alla pulizia della cucina a fine serata. 

A differenza del catering tradizionale, che prevede la preparazione dei piatti in un laboratorio esterno, qui si lavora esclusivamente con gli strumenti e gli spazi messi a disposizione da chi ti ospita. Questa caratteristica rende l’attività particolarmente interessante dal punto di vista burocratico, perché elimina l’obbligo di disporre di un laboratorio a norma HACCP e semplifica notevolmente gli adempimenti sanitari.

La domanda di chef a domicilio è cresciuta in modo significativo negli ultimi anni, trainata da un cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani. 

Sempre più persone preferiscono organizzare cene private, feste di compleanno o eventi aziendali con un tocco di esclusività, senza dover affrontare le spese e le limitazioni di un ristorante. Il bello di questa professione è la flessibilità: puoi scegliere di lavorare in modo occasionale per singoli eventi oppure costruire un rapporto continuativo con clienti fissi, trasformandoti in un vero e proprio personal chef di fiducia.

Requisiti professionali e certificazioni obbligatorie per iniziare

Per diventare chef privato non basta saper cucinare bene, servono anche requisiti specifici che la normativa italiana richiede a tutela del consumatore finale. Il primo elemento fondamentale è l’esperienza professionale: devi aver maturato almeno due anni di lavoro nel settore della ristorazione e della somministrazione di cibi e bevande nei cinque anni precedenti l’avvio dell’attività. 

Se hai frequentato un istituto alberghiero o hai lavorato in ristoranti, trattorie o servizi di catering, sei già a buon punto.

L’altro requisito imprescindibile è il possesso dell’attestato HACCP, che certifica la tua conoscenza delle norme igienico-sanitarie per la manipolazione e conservazione degli alimenti. Il corso può essere eseguito sia in presenza che online, ha una durata compresa tra 8 e 12 ore e un costo medio che oscilla tra 50 e 100 euro.

Se fossi interessato alla formazione a distanza, ti segnaliamo anche che puoi scoprire come funziona un corso HACCP online visitando il sito di EHACCP, uno dei principali enti per la formazione in materia di sicurezza alimentare. Ricorda che questa certificazione va rinnovata periodicamente secondo quanto previsto dalla normativa regionale vigente, quindi tienila sempre aggiornata.

Oltre all’HACCP, è fortemente consigliato conseguire anche l’abilitazione SAB (ex REC) per la somministrazione di alimenti e bevande, ottenibile presso la Camera di Commercio, Confesercenti o Confcommercio. 

La Federazione Italiana Professional Personal Chef offre inoltre percorsi formativi specifici per chi vuole approfondire gli aspetti deontologici e professionali di questo mestiere. Avere una formazione solida e certificata ti permetterà di presentarti ai clienti con maggiore credibilità e di distinguerti in un mercato sempre più competitivo.

La chef in cucina intenta a tagliare il pane tra ingredienti freschi.
Momento culinario: lo chef al lavoro sul pane. – primochef.it

Partita IVA, regime fiscale e adempimenti burocratici

Se intendi svolgere l’attività di chef privato in modo professionale e continuativo, l’apertura della Partita IVA è un passaggio obbligato. 

Il codice ATECO più utilizzato è il 56.21.00, che corrisponde a “catering per eventi e banqueting”, anche se in alcuni casi viene indicato il 96.09.09 per i servizi alla persona. 

Puoi scegliere di iscriverti alla Camera di Commercio come impresa artigiana oppure operare come libero professionista registrandoti direttamente all’Agenzia delle Entrate.

Per chi inizia, il regime forfettario rappresenta quasi sempre la scelta fiscale più vantaggiosa. 

I requisiti principali prevedono ricavi annui non superiori a 85.000 euro e l’assenza di redditi da lavoro dipendente oltre i 35.000 euro: se rientri in questi parametri, potrai beneficiare di un’aliquota sostitutiva del 5% per i primi cinque anni di attività, che sale al 15% successivamente. 

Il coefficiente di redditività per questa categoria è del 40%, il che significa che le tasse si calcolano solo su una parte del fatturato, considerando forfettariamente il restante 60% come spese.

Dal punto di vista previdenziale, dovrai iscriverti alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, che prevede contributi fissi di circa 4.460 euro annui per redditi fino a 18.555 euro. 

Se cucini esclusivamente presso il domicilio del cliente utilizzando la sua cucina, non ti sarà richiesta la SCIA sanitaria né la notifica all’ASL, ma dovrai comunque possedere l’attestato HACCP personale. 

Nel caso in cui tu decida di acquistare e trasportare gli ingredienti, la situazione cambia: sarà necessario presentare una notifica sanitaria all’ASL e indicare le modalità di conservazione e trasporto degli alimenti.

Quanto guadagna uno chef privato e come trovare i primi clienti

Parliamo di numeri, perché è quello che probabilmente ti interessa di più. Le tariffe di uno chef privato variano sensibilmente in base alla tipologia di servizio, al numero di commensali e alla complessità del menù: si parte da circa 30-50 euro a persona per cene semplici fino ad arrivare a 100-170 euro per esperienze gourmet più elaborate. 

Uno chef a domicilio affermato può raggiungere guadagni mensili compresi tra 2.500 e 7.000 euro, ma molto dipende dalla capacità di farsi conoscere e dalla qualità del servizio offerto.

La promozione è un aspetto che non puoi trascurare se vuoi costruire una clientela solida. Creare un sito web professionale o un blog dove raccontare i tuoi piatti e le tue esperienze è un ottimo punto di partenza, così come sfruttare i social network per mostrare il tuo lavoro attraverso foto e video accattivanti. Il passaparola resta comunque uno degli strumenti più potenti in questo settore: ogni cliente soddisfatto può diventare il tuo miglior ambasciatore.

Un consiglio pratico che ti do è quello di stipulare un’assicurazione professionale per tutelarti da eventuali danni a cose o persone durante lo svolgimento del servizio. Anche se non è obbligatoria, chi lavora già in questo campo la considera praticamente indispensabile per operare con serenità. Infine, valuta la possibilità di sottoscrivere contratti di collaborazione con i clienti fissi: ti permetterà di stabilizzare le entrate e di pianificare meglio il tuo lavoro nel medio periodo.

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ultimo aggiornamento: 17 Dicembre 2025 16:19

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