Dal Rinascimento ai giorni nostri, ecco il cinghiale in dolce forte

Dal Rinascimento ai giorni nostri, ecco il cinghiale in dolce forte

Il cinghiale in dolceforte è una ricetta rinascimentale toscana basata sul sottile equilibrio di sapore tra dolce e acido. Ecco come si prepara.

Il cinghiale in dolce forte è uno dei secondi sfiziosi annoverati nella cucina toscana. Gli ingredienti utilizzati per la preparazione di questo prodotto tipico sono piuttosto particolari, soprattutto visto che stiamo parlando di un secondo di carne. Secondo la ricetta della tradizione toscana, il cinghiale in dolceforte si prepara con uvetta, canditi e cioccolato fondente.

Detto così, questo piatto tipico della tradizione toscana sembrerebbe un dolce. Eppure, grazie alla presenza dell’aceto e alla maestria nel trattare le carni il risultato è qualcosa di sensazionale. Difficilmente troverete in un’osteria toscana dei secondi sfiziosi più particolari di questo.

Cinghiale in dolceforte

Come preparare la ricetta del cinghiale in dolceforte

  1. Per prima cosa mettete a marinare i bocconcini di cinghiale in una ciotola con un gambo di sedano, una carota e una cipolla a tocchetti, aglio sbucciato, alloro, aceto, 200 ml di vino rosso, 1 stecca di cannella e del pepe in grani.
  2. Il giorno seguente tritate finemente al coltello le verdure rimaste e rosolatele in padella con mezzo bicchiere di olio.
  3. Unite i bocconcini di cinghiale sgocciolati e bagnate con il vino restante.
  4. Quando non sentirete più odore di alcool sollevarsi dal tegame, regolate di sale, unite un bicchiere abbondante di acqua e lasciate cuocere per 2 ore a fiamma bassa, unendo altra acqua calda se necessario.
  5. Cotta la carne, filtrate il fondo di cottura, rimettetelo sul fuoco con un cucchiaio di farina o fecola di patate e cuocete per 5 minuti, mescolando spesso.
  6. Incorporate cioccolato tritato al coltello, uvetta, canditi e pinoli.
  7. Unite di nuovo la carne e dopo una mescolata veloce servite il tutto.

Tra le altre ricette con il cinghiale che vi consigliamo di provare c’è il favoloso ragù: credeteci quando vi diciamo che non c’è un modo migliore per valorizzare questa carne!

Cinghiale in dolceforte: storia

Oggigiorno siamo abituati a preparare e veder preparare il cinghiale in dolceforte con il cioccolato, ma chiaramente non è sempre stato così. In origine, prima della scoperta delle Americhe, la componente dolce del piatto era data dal miele. Ma sapete da cosa trae origine questa particolare combinazione di sapori?

Pare che i piatti in dolceforte siano nati dall’usanza medievale di servire all’interno dello stesso banchetto, quasi in contemporanea, portate salate e dolci. La particolare commistione di sapori aveva affascinato al punto i palati dell’epoca che si cominciarono a studiare dei veri e propri piatti.

Il dolceforte in origine era una salsa a base di cioccolato, panforte, cavallucci tritati, uvetta, pinoli e noci utilizzata per accompagnare cacciagione cotta in salmì. I palati più arditi la aggiungevano a cottura ultimata, così da assaporarne tutti gli aromi, mentre per ridurne l’intensità era possibile incorporarla a metà cottura. Oggi la tradizione del dolceforte si è modificata ma non poi molto, rimanendo molto diffusa in diverse zone d’Italia, tra cui la toscana.

Conservazione

Il cinghiale in dolceforte si conserva in frigorifero per 2-3 giorni. Vi consigliamo di riscaldarlo in padella prima di consumarlo.

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