Segreta da sempre, la ricetta della Coca Cola è stata rivelata. Tra gli ingredienti l’estratto di coca, prodotto unicamente da Coca Cola.
Atlanta, Georgia, 8 maggio 1886: nasce la Coca Cola. Ne ha fatta di strada da allora e i tentativi di imitazione sono una chiara dimostrazione del suo successo. Pochi sanno, però, che il farmacista John Pemberton creò la formula dello sciroppo alla base della Coca Cola per curare il mal di testa. La formula originaria, costituita da estratto di noci di cola, una pianta tropicale, e un infuso di foglie di coca, dà il nome alla bevanda finale: Coca Cola.
Gli ingredienti della Coca Cola
Gli ingredienti della Coca Cola sono da sempre avvolti da un alone di mistero. Difatti, sebbene sia in vigore l’obbligo di riportarli in etichetta, quelli raggruppati sotto la generica voce aromi naturali difficilmente verranno rivelati. È qui infatti che si cela l’estratto di coca, l’aroma 7X, quello che conferisce alla bevanda il suo caratteristico sapore.
La coca, utilizzata dalla multinazionale americana viene coltivata in Perù. Importata negli Stati Uniti, per la precisione in New Jersey, viene lavorata sotto il controllo della DEA (dipartimento anti droga). Durate il processo di raffinazione, simile sotto alcuni aspetti a quello per rimuovere la caffeina dal caffè, la coca viene privata dell’alcaloide responsabile dell’effetto stupefacente.
The Coca-Cola Company acquista poi l’intero risultato del processo di lavorazione. Lo sciroppo finale verrà inviato ai produttori dislocati nei vari stati che provvederanno a diluirlo con acqua gassata, secondo una proporzione fissa, e a imbottigliarlo. Ecco quindi come viene garantita l’uniformità del gusto in tutto il mondo.
La ricetta della Coca Cola
Di recente la rivista This American Life ha pubblicato la ricetta della Coca Cola. A trovarla è stata la giornalista Ida Grass che dichiara di esserne entrata in possesso proprio dal ricettario originale firmato da Pemberton.Secondo quanto riportato, per realizzare la coca cola occorrono: 4 once di estratto fluido di coca, 3 once di acido citrico, un’oncia di caffeina, 30 cucchiai di zucchero, 2,5 galloni di acqua, un quarto di gallone di succo di lime, un’oncia di vaniglia e caramello quanto basta a colorare. In aggiunta poi aromi e alcool.
Negli anni la ricetta ha subito diverse modifiche per adattarsi al gusto dei consumatori. Tra quelle più significative la sostituzione dell’aspartame con altri dolcificanti, la creazione di formule a ridotto contenuto di zucchero (Coca Cola Light e Coca Cola Zero) o addirittura senza (la nuova Coca Cola Life), la variante senza caffeina, oltre a quelle aromatizzate. Tra le più celebri la cola al limone, alla ciliegia e alla vaniglia (queste ultime difficili da trovare in Italia).
Coca cola alla canapa
Ai primi di settembre del 2018 negli Stati Uniti viene legalizzato con la legge Farm Bill il cannabidiolo (CBD), un componente della cannabis. Subito Coca Cola intravede la possibilità di immettere sul mercato una bibita contente questo principio attivo, tornando in un certo senso alle origini.
Ricordiamo infatti che la ricetta originale prevedeva l’utilizzo dell’intera foglia di coca, il cui principio stupefacente è stato rimosso solo a partire dai primi del ‘900. Il CBD, in base ai recenti studi, sarebbe in grado di contrastare ansia e tachicardia oltre a essere d’aiuto contro diabete, cancro, epilessia e disturbi della psiche. La nuova bibita dovrebbe raggiungere il 10% del mercato, ma l’azienda non ha ancora confermato la notizia.
Coca cola: le curiosità
Babbo Natale e la Coca Cola
Si ritiene che il colore rosso del costume di Babbo Natale sia subentrato a quello tradizionale verde dopo che la multinazionale utilizzò la sua figura in una pubblicità. I colori bianco e rosso, non a caso, sono quelli del marchio.
Il logo di Coca Cola
Nato senza prestare troppa attenzione alla sua importanza, il logo non è mai stato cambiato negli anni, a differenza del packaging. Curioso come il logo, scritto nel tradizionale carattere Spencerian Script, visto allo specchio ricalchi la scrittura araba. Il messaggio che si legge, e che è costato alla multinazionale la perdita di una fetta di mercato islamico, è “No a Maometto, No alla Mecca, no alle preghiere”.
In molti si sono pronunciati a riguardo. Un’importante figura religiosa islamica ha però giudicato improbabile il collegamento del marchio (scritto in caratteri latini) con il messaggio celato restituito in caratteri arabi.
Siete degli assidui consumatori di Coca Cola? Ecco cosa potete realizzare con le bottigliette!