Ecco come fare i taralli, uno sfizio da concedersi in qualunque momento della giornata.
I taralli sono una vera istituzione al sud, in particolare in Puglia, ma sono più che graditi in ogni regione del nostro Paese. Preparati con pochissimi ingredienti, sono uno snack croccante e gustoso, ideali da mangiare da soli o in accompagnamento a formaggi o verdure grigliate.
La ricetta tradizionale dei taralli prevede il vino bianco, che li rende particolarmente leggeri al gusto; inoltre, la particolarità di questa preparazione è la doppia cottura: prima vanno fatti bollire in acqua e poi vanno cotti in forno.
Prepararli non è difficile, solo un po’ lungo. Siete pronti per iniziare? Ecco tutti i segreti per preparare dei taralli salati perfetti!
Come fare i taralli salati
Potete scegliere se farli a mano oppure con la planetaria. Noi vi consigliamo il secondo metodo siccome l’impasto è un po’ duro e faticoso da lavorare.
- Unite la farina, il sale e il pepe e iniziate ad impastare aggiungendo a filo i liquidi (il vino bianco, l’acqua e l’olio extra vergine di oliva).
- Lavorate la massa per almeno una decina di minuti
- Fate riposare l’impasto a temperatura ambiente per circa mezz’ora coprendolo con della pellicola.
- Quando l’impasto avrà riposato, potete cominciare a suddividerlo in tante palline. È importante che siamo di dimensioni simili: noi vi consigliamo di pesarle man mano e di stare sui 10 grammi circa per ognuna.
- Ciascuna di questa palline, poi, deve essere arrotolata con le dita, fino a formare un serpentello. Questo andrà poi chiuso nella classica forma del tarallo. Se notate che le due estremità fanno fatica a stare unite, aiutatevi con un po’ di acqua.
- Fate bollire dell’acqua in una pentola e, una manciata alla volta (non tutti insieme), fate bollire i taralli finché non verranno a galla, come gli gnocchi.
- Tirateli fuori dall’acqua con una schiumarola e poi adagiateli su un panno pulito di cotone.
- Rivestite una leccarda con la carta forno e infornate a 200°C i vostri taralli, finché non saranno ben cotti e dorati (ci vorrà una mezz’oretta).
- Una volta tolti i taralli dal forno, lasciate che si raffreddino.
Servite i vostri taralli fragranti, e conservateli per qualche giorno in un sacchetto ben chiuso.
La storia dei taralli pugliesi
Quando sono nati i taralli? Difficile dirle anche se le ipotesi più accreditate vogliono che i taralli siano stati ideati da una mamma per sfamare i suoi figli con quel poco che aveva in casa. Era il 1400 ed erano tempo molto difficili: la donna si ritrovo quindi a lavorare farina e poco altro in modo creativo. Divise poi l’impasto in salamini e li trasformò poi in anelli. Quest’idea piacque così tanto che anche altra massaie iniziarono a farli e da allora i taralli sono entrati nella storia del cibo del nostro Paese.
Ancora oggi, ad esempio, sono simbolo di convivialità e condivisione e non è raro che vengano serviti per un aperitivo in compagnia. Avete mai sentito dire “finire in tarallucci e vino”? Ecco spiegata l’origine di questo detto!
Dalle origini ai giorni nostri, la ricetta originale dei taralli è mutata e si è evoluta: si iniziò ad aggiungere anche il passaggio della bollitura per renderli più croccanti e ad insaporirli con spezie come semi di finocchio, peperoncino, olive, semini e cipolla in modo che fossero più gustosi.
Anche l’origine del nome tarallo è avvolta dal mistero: secondo alcuni deriva da tiella, quella sorta di teglia che veniva usata dalle massaie dei paesini per andare a cuocere i taralli nei forni a legna; secondo altri deriva dal latino torrère, cioè abbrustolire; per altri invece bisogna risalire al greco daratos, ovvero sorta di pane.
Taralli: tutte le varianti
Come abbiamo visto, con il passare del tempo, la ricetta si è evoluta in molti modi diversi e le tante varianti che possiamo preparare presentano anche l’aggiunta di un solo ingrediente. Però, vogliamo parlarvi in particolare della variante dolce e di quelle napoletana e siciliana.
I taralli dolci sono tipici dell’Italia centro-meridionale, dove solitamente vengono preparati in occasione di Pasqua e Carnevale. La dosi per gli ingredienti di questa ricetta sono chiaramente diverse: 6 uova, 6 cucchiai di olio, 6 g di sale, 1 pizzico di bicarbonato, 500 g di farina; vengono serviti con una glassa di zucchero a velo e acqua.
I taralli napoletani sono molto più grandi di quelli pugliesi e anche decisamente più calorici. Innanzitutto, questo impasto è lievitato e poi viene preparato con sugna/strutto, mandorle tostate e abbondante pepe.
Infine, i taralli siciliani sono dei dolcetti preparati solitamente in occasione del 02 novembre. In comune con quelli pugliesi hanno solo il nome: potremmo definirli dei biscotti aromatizzati all’anice e al limone.