Si chiama crunch effect, ma potremmo semplicemente definirlo il suono della masticazione: secondo una ricerca, aiuterebbe a mangiare meno!
Gina Mohr e Ryan Elder, rispettivamente della, della Colorado State University e della Brigham Young University, hanno pubblicato uno studio che parla chiaro sulla funzione del crunch effect.
Cerchiamo tutti i modi possibili per cercare di ingurgitare meno calorie, e invece è stata proprio la natura, in un certo qual senso, a fornircelo!
Il crunch effect, ovvero il suono dei nostri denti che triturano il cibo e la lingua che amalgama il bolo, preparandolo all’ingurgitamento, avrebbe una funzione molto importante: stando a una ricerca riportata sul Food Quality and Preference, il coinvolgimento dell’udito, quando ci sediamo a tavola e consumiamo il nostro pasto, avrebbe l’effetto di farci assaporare meglio gli alimenti che assumiamo. La conseguenza, positiva, è che ci saziamo prima e abbiamo una sensazione di maggior soddisfazione rispetto al pasto che abbiamo appena consumato. Quindi, siamo portati a mangiare meno.
La coppia di ricercatori si è avvalsa anche di esperimenti sul campo (anzi, a tavola): nel corso di vari pasti, si è notato come le persone che ascoltavano musica con delle cuffie, mentre mangiavano, tendevano a consumare più cibo di quelle che invece mangiavano in silenzio.
La ricerca è molto interessante, perché ci suggerisce un modo diverso di approcciarci alla consumazione di pranzo, cena o qualunque altro pasto. La musica, proveniente dalla radio, oppure i suoni della televisione, coprendo il suono del “crunch” annienterebbero questo effetto, facendoci anche perdere, senza che ce ne accorgiamo, una parte del piacere di mangiare. Infatti, una patatina che fa “crock”, è buona anche perché questo suono è invitante e prepara al meglio la degustazione. Come sanno bene soprattutto i giapponesi, che creano piatti bellissimi, non si mangia solo con la bocca, ma anche con la vista e, ora lo sappiamo, anche con l’udito.
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