Doggy Bag obbligatoria nei ristoranti: la proposta di legge

Doggy Bag obbligatoria nei ristoranti: la proposta di legge

Arriva la proposta di legge da parte di Forza Italia per la doggy bag obbligatoria con sanzioni da 25 a 150 euro.

Il deputato di Forza Italia Giandiego Gatta ha presentato, il 10 gennaio, una proposta di legge che impone ai ristoratori di fornire una “doggy bag” su richiesta, permettendo ai clienti di portare a casa gli avanzi. La proposta si intitola “Obbligatorietà della doggy bag” e includerà sanzioni minime tra i 25 e i 125 euro.

L’obiettivo è ridurre lo spreco alimentare, evitando che il cibo non consumato nei bar e nei ristoranti venga gettato nella spazzatura.

Doggy bag

La proposta di legge

Giandiego Gatta, deputato responsabile nazionale del dipartimento Pesca e acquacoltura di Forza Italia, ha presentato una proposta di legge per rendere obbligatoria la doggy bag, consentendo ai consumatori di portare a casa ciò che non è stato consumato al ristorante o al bar. L’obiettivo della proposta è contribuire a contrastare lo spreco alimentare, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Gatta ha sottolineato che “il ristoratore è obbligato a fornire la vaschetta solo nel caso che il consumatore la richieda e la legge fa solo in modo che nessuno ponga rifiuto a questa richiesta.”

L’iniziativa, già diffusa in America e resa obbligatoria in Francia e Spagna, prevede che tutti i ristoratori debbano avere sempre a disposizione contenitori a norma, che siano riutilizzabili o riciclabili. Il contenitore può anche essere portato dal consumatore, il quale deve assumersi la responsabilità dell’igiene e dell’idoneità dello stesso. Tuttavia, il ristorante ha il diritto di rifiutarsi di servire il consumatore se il contenitore portato da quest’ultimo è chiaramente sporco o non idoneo. La mancanza di adesione da parte dei ristoratori potrebbe comportare sanzioni sotto forma di multe, che vanno da 25 a 125 euro.

Ogni italiano contribuisce con 65 kg di cibo l’anno allo spreco alimentare, principalmente per consumi sbagliati a casa o nel ristorante, ridurre lo spreco coniuga tre diverse esigenze: una di natura etica, una di materia ambientale, e una che ha a che fare con la nostra cultura e lungimiranza.” ha spiegato ancora Gatta.

I pareri delle persone a riguardo

In risposta alla proposta di legge, il Corriere della Sera ha intervistato alcuni chef e addetti ai lavori. Lo chef bistellato Ciccio Sultano ha sottolineato l’importanza di considerare anche il risvolto finanziario per i ristoranti, che devono procurarsi contenitori adatti per il trasporto degli alimenti. Denis Lovatel, maestro pizzaiolo veneto, ha evidenziato che l’impegno richiesto ai ristoranti non è solo di natura economica, ma anche organizzativa. La chef due stelle Michelin Valeria Piccini ha definito il provvedimento anacronistico e non risolutivo per il problema dello spreco in cucina. Al contrario, altri rinomati chef come Franco Pepe, Ada Stefani ed Enrico Buonocoresi si sono schierati chiaramente a favore della proposta di legge sull’obbligatorietà della doggy bag.

Doggy bag: cos’è?

La pratica della “doggy bag” deve il suo nome a una consuetudine statunitense, nata quando chiedere al ristorante un contenitore per portare a casa i resti del pasto era motivo di imbarazzo. Questo stratagemma suggeriva che gli avanzi sarebbero stati destinati al proprio amico a quattro zampe, da qui il nome che letteralmente significa “borsa per il cane“. Tuttavia, sembra che questa pratica stia evolvendo, diventando un potenziale obbligo di legge, con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare.

Oggi la doggy bag la vediamo come una sorta di concessione benevola che il gestore del ristorante fa nei confronti del consumatore, domani sarebbe un obbligo. L’obbiettivo è far si che tutto ciò che avanza possa essere portato a casa e eventualmente destinato o al consumo proprio o ai nostri animali domestici. – ha spiegato il deputato di Forza Italia – Oggi deve essere un motivo di stimolo, di sensibilizzazione culturale per far si che anche le generazioni future possano attuare un minor spreco.

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