Sin da piccoli ci hanno sempre detto che bere il latte vaccino fa bene. E se invece dovessimo integrare nella nostra dieta il latte vegetale?
Stando alle statistiche dell’ultimo anno, c’è stato un vero e proprio boom nella vendita del latte alternativo a quello vaccino: latte di soia, latte di riso e latte di mandorla costituiscono il mitico trio del latte vegetale che hanno visto incrementare le loro vendite del 27%. E non è solo questione di intolleranza al latte comune: questo dato va visto anche in relazione al fatto che, sempre più persone, scelgono di alimentarsi con bevande considerate più sane e sicure.
Bere latte fa male?
Difatti, negli ultimi anni, i dubbi sulla provenienza del latte (che fortunatamente, grazie a una legge recente, non avremo più) e gli studi sempre più frequenti in suo sfavore, hanno portato a un calo delle vendite.
Noto è, per esempio, lo studio condotto dall’Università di Uppsala in Svezia, che raccomandava soprattutto alle donne di non bere più di 2 bicchieri di latte al giorno. Infatti, stando alla ricerca – condotta su donne che ne assumevano 3 o più bicchieri al giorno – l’aspettativa di vita calava.
Questo a causa di un elemento del latte, il galattosio, ovvero uno zucchero naturalmente presente in esso: questo zucchero, stando al team svedese, avrebbe a lungo andare un effetto negativo sulle ossa, perché innescherebbe una reazione ossidante e infiammante. Insomma, a quanto pare non c’è nulla di vero nel fatto che il latte sarebbe un aiuto concreto per le ossa, anzi, potrebbe addirittura contribuire all’insorgenza dell’osteoporosi.
Ci sono però nutrizionisti che sostengono il contrario, ovvero che il latte sia una fonte di calcio imprescindibile: anche il sostituto vegetale di mandorle, però, ne è ricco, ed è forse questo uno dei motivi per cui – nonostante l’alto costo – è ad oggi uno dei più richiesti in bar e supermercati.
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