Leggere le etichette: cosa si nasconde dietro ai prodotti “senza”

Leggere le etichette: cosa si nasconde dietro ai prodotti “senza”

Leggere le etichette e non lasciarsi ingannare dalle diciture più evidenti è indispensabile per essere consumatori più consapevoli.

Senza zucchero, senza sale, senza grassi idrogenati, senza olio di palma e via dicendo. Potremmo continuare all’infinito la lista, tanto è la “moda” dei cibi senza qualcosa. Attenzione però, questa non vuole essere una polemica né tantomeno una generalizzazione: si tratta solo di un vademecum così che ogni volta trovate riportato in bella vista queste diciture, impariate a leggere le etichette del prodotto. Proprio come un libro, quindi, non fermatevi alla copertina, apritelo e guardate anche cosa c’è dentro. Vediamo quindi come leggere le etichette e come imparare quando ci nascondono qualcosa.

Donna che fa la spesa

Come leggere le etichette alimentari?

È facile lasciarsi catturare dalle diciture più evidenti delle etichette, ma purtroppo non sempre corrispondono alla realtà. Le diciture infatti possono essere o troppo generiche o troppo specifiche e per questo trarre in inganno. Vediamo di capire insieme come leggere le etichette e quali potrebbero essere le insidie nascoste: cosa significa senza zucchero? E senza sale? I cibi integrali sono migliori? E infine, come dobbiamo comportaci davanti a grassi idrogeanti e OGM?

Cosa significa “senza zucchero”?

Riportata principalmente su alimenti come biscotti e brioche, la dicitura senza zucchero è tra le più fuorvianti perché si riferisce unicamente alla presenza di zucchero raffinato (saccarosio). Non si fa alcun cenno a dolcificanti come sciroppi (di glucosio e ottenute da cereali), destrosio, lattosio e maltitolo il cui impatto glicemico è uguale a quello dello zucchero.

Leggete quindi sempre bene l’etichetta e preferite prodotti senza zuccheri aggiunti oppure dolcificati con ingredienti naturali come succo di mela o di uva. Meglio evitare, se possibile, dolcificanti sintetici come aspartame e acesulfame, responsabili, secondo i ricercatori della Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali dell’Istituto Ramazzini di Bologna dell’insorgenza di alcune patologie tumorali.

Alimenti senza sale: cosa cercare in etichetta?

Quando si parla di cibi senza sale, anche in questo caso si intende senza sale aggiunto. Significa che tale etichetta non prende in considerazione il quantitativo di sodio che un alimento può contenere in natura (per esempio, il tonno).

Se quindi l’etichetta senza sale è tendenzialmente abbastanza affidabile, anche in questo caso non tiene conto di alcuni additivi, come il glutammato monosodico (indicato in etichetta anche come estratto di lievito o E621) ugualmente dannoso per la nostra salute.

Cibi integrali: sono davvero salutari?

La risposta più ovvia è sì, ma anche in questo caso un’attenta lettura dell’etichetta posteriore potrebbe rivelare il contrario. Per poter essere definito integrale, un alimento deve contenere almeno l’80% di farina integrale.

Spesso però si preferisce utilizzare della farina tradizionale e addizionarla con crusca o cruschello, scarti della lavorazione del frumento, con l’unico scopo di conferire all’alimento il caratteristico aspetto rustico.

Grassi idrogenati: come difendersi

Riportare in etichetta la dicitura senza grassi idrogenati significa che tale prodotto non contiene oli lavorati in modo da essere resi più consistenti. Molto dannosi per la salute, i grassi idrogenati abbassano il livello del colesterolo buono e alzano quello cattivo.

Il fatto che un cibo non contenga grassi idrogenati però non significa che è salutare. Potrebbe infatti contenere oli di scarsa qualità come quello di palma o palmisto. Anche in questo caso, solo un’attenta lettura dell’etichetta potrà rivelare la natura degli ingredienti.

OGM: la questione si complica

Gli OGM sono tra le tematiche più controverse e ancora non è stata fatta chiarezza se siano o meno dannosi per la nostra salute. L’Unione Europea ha stabilito che in etichetta deve essere riportato l’utilizzo di ingredienti OGM se questi sono presenti in un quantitativo superiore al 0,9%.

Purtroppo, però, ancora non è stata predisposta un’indicazione sulle etichette che stabilisca se ad esempio gli animali d’allevamento (carne e pesce) sono stati alimentati con mangimi OGM.

In sostanza, leggere le etichette sul retro della confezione è l’unico modo di “smascherare” eventuali generalizzazione e assicurarci di portare a casa prodotti che rispecchiano le nostre esigenze.