Port Ellen rinasce: nuova era per la distilleria scozzese

Port Ellen rinasce: nuova era per la distilleria scozzese

Una svolta nel mondo dei distillati, dopo anni di inattività, riapre la storica distilleria.

Dopo oltre 40 anni di inattività, la distilleria Port Ellen, situata sull’isola di Islay in Scozia, ha ripreso a distillare. Questo evento segna una svolta per gli appassionati di whisky e per il settore dei distillati in generale. La Port Ellen non era mai stata una distilleria di particolare importanza, l’unico imbottigliamento degno di essere ricordato fu infatti quello dedicato alla Regina Elisabetta II nel 1980. La distilleria deve la sua fama principalmente a uno sfortunato evento, quello di esser parte del “club (mai ufficiale) delle distillerie fantasma“, ovvero quelle strutture che cessarono l’attività improvvisamente, lasciando dietro di sé solo leggende e botti invecchiate, non sfruttate a dovere.

bottiglia di whisky con bicchiere

La storia di Port Ellen e la rinascita

La storia di Port Ellen è un dinamico racconto di paradossi e fortune ribaltate. Prima della sua chiusura nel 1983, la distilleria non primeggiava per notorietà, dato che il suo whisky veniva maggiormente utilizzato nei blend. Tuttavia, l’aura di mistero intorno alle distillerie chiuse ha contribuito a trasformare il whisky di Port Ellen in un oggetto del desiderio collettivo, elevandolo allo status di rarità collezionabile.

È grazie a questa ritrovata notorietà e al conseguente boom di richieste che la Diageo, un gigante nel campo della produzione e distribuzione di alcolici, ha deciso di investire 39 milioni di euro per acquistare la Port Ellen e a lavorare per rimetterla in produzione. Questa decisione segnala il rinnovato interesse verso questo settore. Questo movimento segue una tendenza di valorizzazione delle distillerie “fantasma”, com’è stato anche per la distilleria Brora, un’altra leggenda di Islay che ha ripreso la produzione nel 2021. Il costo dell’operazione è notevole, specialmente considerando che gli introiti dalla vendita dei nuovi distillati di Port Ellen sono ancora lontani.

Le altre distillerie fantasma

La storia di Port Ellen e Brora non sono le uniche del genere. Altre distillerie hanno subito destini simili, passando da oggetti dimenticati a gioielli riscoperti. Ne è un’esempio la più celebre distilleria Rosebank, chiusa 1993 quando fu deciso che il suo valore immobiliare, se venduta, superava quello della sua produzione. Per una strana coincidenza fu proprio la Diageo ha decidere il destino di questa distilleria. A differenza delle altre due il progetto per riportare in attività la Rosebank iniziò già nel 2000 ma a causa di un furto avvenuto tra il 2008 e il 2009, fu rimandato fino al 2017 anno in cui Ian Macleod Distillers acquista gli edifici da Scottish Canals (società proprietà delle mura dal 2002) e il marchio e il magazzino da Diageo. Quest’ultimo caso mostra come, nonostante le difficoltà e i lunghi periodi di inattività, l’interesse per queste icone del passato non solo è sopravvissuto, ma si è intensificato, fino a portare a investimenti significativi per la loro rinascita.

Il futuro è ancora da scrivere

Mentre Port Ellen e le sue consorelle ricominciano a distillare, la domanda sulla quotazione futura dei loro whisky rimane aperta. Gli appassionati e i collezionisti attendono con ansia le future release, sperando in un successo commerciale simile a quello ottenuto da Ardbeg, un’altra leggendaria distilleria di Islay che, dopo anni di chiusura, è stata riacquistata e ha raggiunto quotazioni astronomiche. La storia di Port Ellen, da distilleria pressoché sconosciuta a fenomeno da collezione, evidenzia la straordinaria capacità del whisky di trascendere il suo stesso valore materiale, trasformandosi in un’esperienza che valica i confini del tempo.

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