Spezzare gli spaghetti è un’arte, vediamo come farlo

Spezzare gli spaghetti è un’arte, vediamo come farlo

Nessuno al mondo riesce a spezzare gli spaghetti in due parti uguali e il motivo è dimostrato dalla scienza.

Molto spesso ci si chiede quando è concesso spezzare gli spaghetti. Per un vero italiano, la risposta a questo quesito sarebbe “mai”. Secondo la tradizione gastronomica, infatti, lo spaghetto andrebbe cotto e mangiato tutto intero, per non rovinare la vera peculiarità di un prodotto del tutto made in Italy. Tuttavia, dobbiamo ammettere che quasi tutti lo abbiamo fatto almeno una volta nella vita; ciò accade perché in questo modo è più pratico cuocere e mangiare questo particolare tipo di pasta. Ma vi siete mai chiesti perché non si riesce a spezzare uno spaghetto in due esatte metà? A questo c’è una spiegazione scientifica.

Spezzare gli spaghetti

Cosa dice la scienza riguardo a spezzare gli spaghetti prima di cuocerli

Ci proviamo e riproviamo, ma mai riusciremo a spezzare uno spaghetto in due metà. A spiegare questo fenomeno ci hanno pensato i fisici Basil Audoly e Sébastien Neukirch, nel 2005. Quando afferriamo le due estremità e pieghiamo la pasta, la rottura genera un’onda che lo frantuma in più parti. Solo l’anno successivo, i ricercatori Ronald Heisser e Vishal Patil, guidati da Jörn Dunkel, hanno creato uno strumento che torce lo spaghetto, applicando una forza che non è propria dell’uomo, e che lo spezza in sole due parti.

A conclusione di ciò, possiamo dedurre che è meglio lasciare la pasta intera. Quindi, perché gli spaghetti non vanno spezzati? Perché si romperebbero comunque in più parti, alcune anche piccole. Se non lo fate, inoltre, evitate di recare affronto alla buona tradizione italiana!

Le ricette per spaghetti spezzati

Un primo abbinamento con questo tipo di pasta è con la ricetta campana della pasta con patate; gli spaghetti spezzati, infatti, sono compresi tra i tagli diversi di pasta mista napoletana con cui creare diverse ricette. Questo tipo di pasta è molto usato anche in preparazioni come zuppe o minestre, soprattutto quelle a base di legumi. In inverno, sono squisiti con un bel brodo caldo.

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