Andiamo alla scoperta della ricetta del primo piatto umbro per eccellenza, gli strangozzi alla spoletina, molto più di una pasta al pomodoro.
La cucina della regione umbra è tutta da scoprire. Tra le varie prelibatezze però ce n’è una che merita assolutamente di essere provata. Stiamo parlando degli strangozzi alla spoletina, un primo piatto dai sapori semplici in grado di conquistare tutti al primo assaggio.
A prima vista questo piatto tipico dell’Umbria potrebbe sembrare della semplice pasta al pomodoro ma vuoi il formato di pasta, vuoi il sugo saporito, le fanno fare quel salto di qualità in più. Gli stringozzi, anche noti come strangozzi o strozzapreti, sono un formato lungo preparato unicamente con farina (00 e di semola) e acqua. Vediamo insieme come preparare questa pasta umbra.
Come preparare la ricetta degli strangozzi alla spoletina
- Per prima cosa dedicatevi alla pasta. Riunite in una ciotola le due farine, un cucchiaio di olio e l’acqua e iniziate a impastare prima con un cucchiaio poi a mano, trasferendo tutto sulla spianatoia. Se avete una buona manualità potete anche fare direttamente la fontana con le farine.
- Una volta ottenuto un impasto liscio e omogeneo, fatelo riposare sotto una ciotola capovolta per circa 30 minuti. In questo modo faticherete molto meno a stenderlo.
- Nel frattempo preparate il sugo. Scaldate in una padella l’olio con gli spicchi di aglio. Unite quindi i pomodori tagliati in 8, una presa di sale e una macinata di pepe e lasciate cuocere per 30 minuti. Dovrete ottenere una salsa densa. Volendo potete utilizzare pari peso di pomodori pelati.
- Stendete ora la pasta, aiutandovi con della farina, fino a raggiungere 2 mm di spessore, il doppio delle classiche tagliatelle.
- Arrotolatela poi su se stessa e tagliatela a fettine di circa mezzo centimetro. Non c’è una linea comune in questo quindi potete scegliere la larghezza che preferite.
- Lessate la pasta in abbondante acqua salata per 3-4 minuti, scolateli e saltateli in padella con il condimento a base di pomodoro, profumando con il prezzemolo tritato al momento.
In questo video potete farvi meglio un’idea dei passaggi, dello spessore della pasta e di come tagliarla senza fare fatica.
Rimaniamo nella bellissima regione Umbria per provare anche un altro piatto tipico, gli umbricelli. Anche in questo caso una pasta fresca senza uova rustica e di spessore perfetta per accogliere anche i sughi più ricchi.
Conservazione
Questo piatto si conserva in frigorifero per massimo un paio di giorni. Trattandosi di pasta fresca, quando andate a riscaldarlo è opportuno aggiungere un filo di olio.
Origine e storia
Strangozzi, stringozzi, strengozzi: paese che vai, nome che trovi. Il formato di pasta però è sempre lo stesso senza uova e dalla forma simile ai tagliolini. Differiscono dagli umbricelli per forma e miscela di farine. Gli umbricelli infatti sono più simili a grossi spaghetti mentre questi, come accennato poc’anzi, sono più assimilabili a tagliolini. Sebbene poi non esista una linea comune, solitamente per gli umbricelli si utilizza farina 0 mentre per gli strangozzi una miscela di farina 0 e semola rimacinata. Secondo un detto spoletino gli stringozzi devono essere “nerte de pasta e fine de cortello”.
Una leggenda fa risalire l’origine del nome all’epoca in cui la regione ospitava il palazzo pontificio. Gli anticlericali erano soliti strangolare i preti per le vie della città utilizzando le stringhe di cuoio delle scarpe. Dall’unione dei due termini, stringa e gozzo, nasce questo nuovo termine.