Se siete grandi fan del delivery food è bene che sappiate che, negli ordini che fate, c’è una tassa nascosta: ecco quanto si paga in più.
Il food delivery, specialmente negli ultimi anni, ha vissuto un vero e proprio boom. Durante il periodo del Covid-19, le applicazioni di consegne a domicilio hanno registrato incassi impressionanti, che difficilmente riusciranno a replicare. Il loro futuro, infatti, potrebbe non essere altrettanto roseo. Il motivo? La tassa nascosta che i consumatori hanno iniziato a notare.
Tassa nascosta nel food delivery: quanto paghiamo in più?
Pizza, carne, primi piatti e perfino ricette orientali: al giorno d’oggi il food delivery copre i locali di quasi tutte le città italiane. Mentre nel periodo pre Covid le consegne a domicilio erano garantite soprattutto nei grandi centri d’Italia, durante la pandemia è diventato un must have, senza il quale i ristoratori non sarebbero riusciti a sopravvivere. Eppure, in futuro potrebbe esserci un cambio di marcia. Il motivo, oltre alla ritrovata libertà della popolazione, è da ricollegare ad una tassa nascosta che i consumatori hanno iniziato a notare.
Questa maggiorazione, è bene sottolinearlo, non è stata notata soltanto dagli italiani, ma anche dagli abitanti oltreoceano. A New York, ad esempio, il Wall Street Journal ha fatto notare che un hamburger consegnato a domicilio può costare fino a 40 dollari, ossia il doppio rispetto al passato. Ma dove si trova questa tassa nascosta? Di certo, i fruitori occasionali del food delivery non l’avranno notata, ma quanti sono abituati a mangiare sia al ristorante che a casa avranno notato che ordinando le medesime pietanze, si paga tra il 20 e il 30% in più rispetto alla consumazione in loco.
La maggiorazione, infatti, riguarda proprio il menù d’asporto, maggiorato rispetto a quello che viene consegnato quando ci si siede in pizzeria o negli altri locali. Le pietanze sono le stesse, ma il prezzo è più alto. Ovviamente, l’aumento cambia sia in base ai cibi che si ordinano che al ristorante che si sceglie. In ogni modo, bisogna sempre calcolare un 20/30% in più.
Come evitare di pagare la tassa nascosta?
L’unico trucco per non pagare la tassa nascosta del food delivery è evitarlo, ossia andare direttamente al ristorante e mangiare in loco. Una domanda, però, sorge spontanea: perché i ristoratori hanno maggiorato il costo del cibo d’asporto? Considerando che la consegna si paga, il motivo non può essere questo. Probabilmente, la scusa è quella di garantire un buono stipendio ai rider, ma si tratta solo di una scusa perché questi professionisti – 5,5 milioni in tutta Europa e 700 solo in Italia – percepiscono paghe da fame, che si aggirano intorno ai 500/600 euro al mese per 28 ore serali a settimana, festivi compresi.
E’ bene sottolineare che, in Italia, il business del food delivery vale 1,8 miliardi di euro e coinvolge 10 milioni di consumatori. Siamo pronti a scommettere, però, che il futuro di questo settore non sarà roseo come gli ultimi anni. L’Unione Europea, infatti, ha chiesto di migliorare le condizioni dei rider e, di conseguenza, immaginiamo che la famosa tassa nascosta continuerà a lievitare. Adesso, però, gli utenti iniziano ad esserne consapevoli e, a causa aumento della vita, inizieranno a prestare maggiore attenzione alle spese superflue, consegne comprese.