La caipirinha è un cocktail a base di cachaca, lime e zucchero di canna, originario del Brasile. Scopri tutti i segreti per prepararlo!
Con l’arrivo della bella stagione si ha sempre più voglia di uscire la sera oppure di organizzare una bella serata con gli amici con bevande da sorseggiare. La caipirinha è il cocktail estivo per eccellenza con il suo profumo di lime.
Prima di vedere la ricetta vera e propria però vogliamo presentarvi a dovere questo drink. Per prima cosa dovete sapere che questa bevanda al lime è originaria del Brasile e il suo nome deriva dal termine brasiliano caipira, utilizzato in riferimento agli abitanti di alcune zone dello stato sud americano.
Oltre al lime, l’altra caratteristica della caipirinha è l’alta gradazione alcolica, nonostante ciò è da considerare una bevanda rinfrescante e perfetta da sorseggiare in ogni momento della giornata. L’elevato tasso alcolico deriva essenzialmente dall’uso della cachaca, un distillato del succo della canna da zucchero tipico del paese.
Cosa ne dite? Siete pronti a mettervi all’opera?
Preparazione della caipirinha
- Lavate il lime e asciugatelo, poi rimuovete le estremità e tagliatelo prima a metà, rimuovendo il filamento bianco, e poi a tocchetti in questo modo riuscirete a estrarre più succo.
- Mettete il lime direttamente all’interno di un bicchiere di tipo tumbler basso (anche noto come old fashioned), aggiungete lo zucchero di canna e con l’aiuto di un apposito pestello per cocktail schiacciate in modo da far fuoriuscire il succo.
- Unite la cachaca subito(per una misurazione precisa potete munirvi dell’aposito jigger), in modo che l’alcool intrappoli gli oli essenziali rilasciati dal lime.
- Riempite poi il bicchiere con il ghiaccio tritato grossolanamente e mescolate con una cannuccia oppure con l’apposito cucchiaino (bar spoon) senza agitare o shakerare. Decorate a piacere il bicchiere con una fettina di lime.
Conservazione
Come tutti i cocktail, anche questo va preparato e gustato al momento. Si sconsiglia di preparare in anticipo il battuto di lime e zucchero (come invece fanno in alcuni locali) per evitare l’evaporazione degli oli essenziali.
Caipirinha: abbinamenti e varianti
È ottimo principalmente con il churrasco e per accompagnare piatti piccanti.
Come tutte le ricette di questo tipo, ne esistono diverse varianti, tutte differenti a seconda della parte alcolica utilizzata. Nella caipiroska ad esempio la cachaca è sostituita dalla vodka, se invece utilizzate il rum preparerete la caipirissima. Per un cocktail dal sapore più deciso potete aggiungere 10 ml di cachaca, mentre se preferite i gusti più dolci aggiungete un cucchiaino di zucchero.
Origine e storia
La caipirinha è un cocktail dalla storia affascinante a cominciare dal nome. Il termine portoghese caipira infatti significa semplice, umile, e veniva utilizzato per indicare gli abitanti delle campagne più remote del Brasile.
L’ingrediente principale, oggi, è la cachaca, un distillato della canna da zucchero di cui il Brasile è il maggior produttore al mondo. In origine però si utilizzava la garapa azeda, un vino di canna da zucchero dalla cui fermentazione, solo in un secondo tempo, nacque la cachaca.
Anche il lime non è un ingrediente casuale. Dobbiamo infatti collocarci in un contesto storico (quello del XVI secolo) dove la popolazione locale era dominata dai portoghesi. Il lime, insieme ad altri frutti, faceva parte della razione giornaliera distribuita agli schiavi.
Per assistere alla nascita del cocktail come lo conosciamo oggi dobbiamo aspettare la diffusione del ghiaccio nei bar. Fino a quel momento cachaca e succo di lime venivano mescolati e bevuti solo in occasione di feste locali.
Oggi la caipirinha è considerato un cocktail nazionale nonché la protagonista di un famoso proverbio che recita: Se a vida lhe der um limão, faça dele uma caipirinha ossia, se la vita ti dà un limone, tu fanne una Caipirinha.
Alla luce di questo non sorprende troppo scoprire che negli anni di dominazione straniera ci furono diverse rivolte della cachaca. Vere e proprie insurrezioni mossero i contadini quando i dominatori introdussero dazi e imposte. A questi movimenti seguì un’epoca di proibizionismo durante il quale però si continuò a produrre, seppur illegalmente, la cachaca.