Leggere la data di scadenza prima di acquistare un prodotto è di fondamentale importanza. Tuttavia per alcuni alimenti è possibile fare uno strappo alla regola.
Leggere le etichette, per fortuna, è una moda che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni. Ma se c’è una cosa a cui anche i meno attenti prestano attenzione è la data di scadenza degli alimenti. Questa non solo indica entro quando sarebbe opportuno mangiare un prodotto ma è anche indice della sua freschezza: due prodotti uguali con date di scadenza diverse indicano anche che un cibo è più fresco dell’altro.
Il discorso se buttare o no un prodotto scaduto è quanto mai complesso e si scontra con diverse mentalità: i più intransigenti buttano anche se la data di scadenza risale al giorno prima, altri invece valutano singolarmente di caso in caso. Vediamo di capire come orientarci nel mondo delle date di scadenza.
Come “interpretare” la data di scadenza: è tassativa?
In linea di massima, come in tutte le cose, a farla da padrone dovrebbe essere il buon senso. Gettare un alimento solo perché scaduto da un giorno senza valutarne lo stato di conservazione genera uno spreco alimentare non da poco.
Per questo motivo la prima distinzione da fare è tra due diciture:
- una recita “da consumarsi entro… “
- l’altra invece “da consumarsi preferibilmente entro…”.
È evidente quindi che la seconda lascia un margine di decisione maggiore ed è meno vincolante della prima.
A questo discorso poi va a sommarsene un altro. I prodotti freschi hanno solitamente date di scadenza più ravvicinate. Pertanto la tolleranza è ridotta: consumarli qualche giorno dopo la data prevista, se correttamente conservati, non dovrebbe provocare problemi. I prodotti a lunga conservazione invece hanno una scadenza che spesso supera l’anno. In questo caso anche una settimana o due di ritardo non saranno certo un problema purché sia valido il presupposto già citato della corretta conservazione.
Quando è meglio buttare?
Ci sono casi poi in cui un prodotto non andrebbe consumato se presenta muffe o confezioni rigonfiata, nonostante la data di scadenza non sia ancora giunta. I cibi infatti con tutta probabilità sono andati a male e per questo non più commestibili.
Ultimo ma non meno importante aspetto è quello di affidarsi ai sensi. Prima osservate l’alimento e verificate che non siano presenti macchie o muffe, poi annusatene l’odore e infine assaggiatene un piccolo pezzetto. Se avrà superato tutte e tre le prove, allora potrete consumare con tranquillità il vostro pasto.
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