Polemica dei panettieri francesi per il nuovo francobollo con disegnata una baguette, e con l’aroma del pane tipico della Francia.
Quando le Poste francesi hanno lanciato un francobollo aromatico celebrativo dedicato alla baguette, probabilmente non si aspettavano che l’iniziativa sarebbe stata accolta con poco entusiasmo da una cerchia piuttosto esigente: i panettieri francesi. Questa discrepanza di opinioni solleva questioni interessanti non solo sul significato culturale del pane in Francia ma anche sulle sfide di rappresentare fedelmente le tradizioni culinarie attraverso altri media.
Come è fatto il francobollo che profuma di baguette
Il francobollo in questione è stato disegnato per rendere omaggio alla baguette, icona della cultura e della cucina francese, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità . Si presenta con l’immagine di una baguette, elegantemente inserita su fondo bianco e avvolta da un nastro che riprende i colori della bandiera nazionale francese.
Ma non è questa la particolarità di questo francobollo: ha infatti la capacità di emanare un aroma simile a quello delle boulangerie, e questo solo strofinandolo.
Le polemiche dei panettieri
La caratteristica del profumo di baguette ha generato insoddisfazione tra alcuni panettieri. La critica principale ruota attorno all’autenticità dell’aroma prodotto, descritto da Jeanne Barrere della Leonie Bakery di Parigi, come eccessivamente incline verso note di vaniglia, e da Harlem Gbodialo, capo panettiere della stessa boulangerie, come un profumo “vagamente zuccherino e fruttato”.
Queste osservazioni sottolineano una preoccupazione fondamentale per i panettieri: la difficoltà di catturare l’essenza reale e complessa della baguette appena sfornata in un profumo sintetico.
Reazione delle Poste: vogliono ritirare il francobollo?
Le Poste francesi, da parte loro, non hanno finora mostrato segni di cedimento davanti alle proteste dei panettieri, puntando sul carattere limitato dell’emissione del francobollo, destinata a diventare un oggetto da collezione, soprattutto in occasione delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Questa situazione mette in luce una sfida comune nel mondo della rappresentazione culturale: come onorare e riflettere fedelmente le ricche tradizioni culinarie in formati che vanno oltre l’esperienza diretta, un compito che, come dimostrato, può rivelarsi sorprendentemente complesso.