Andiamo alla scoperta della pesca tabacchiera, un dolcissimo presidio Slow Food

Andiamo alla scoperta della pesca tabacchiera, un dolcissimo presidio Slow Food

Pesca tabacchiera o pesca saturnina? Due nomi per indicare un frutto originario della Sicilia dalla forma particolare e dal sapore dolcissimo.

La pesca tabacchiera, anche detta saturnina, è una cultivar minore della tradizionale pesca. Considerata un prodotto di nicchia, la sua coltivazione si estende principalmente lungo le pendici dell’Etna e in alcune zone dell’Emilia Romagna.

Deve il suo nome alla particolare forma: a differenza della classica pesca infatti non è di forma tondeggiante ma schiacciata così che ricordi per l’appunto il tipico copricapo siculo o il pianeta saturno.

Pesca tabacchiera

Quali sono le origini della pesca tabacchiera?

La coltivazione degli alberi da frutto inizia in Sicilia solo a partire dall’ottocento quando venne permesso a coloro che gestivano i grandi latifondi di coltivare piante perenni e non più solo colture annuali. È così che si è scoperto che il clima dell’isola era particolarmente adatto alla coltivazione degli alberi da frutto e in particolare di questa varietà di pesca.

Le pendici dell’Etna in particolare, con il loro terreno ben drenato e abbondanza di acqua hanno fatto sì che la pesca saturnina trovasse il clima ideale per prosperare. In tempi più recenti la sua coltivazione si è diffusa anche in alcune zone dell’Emilia Romagna, andando così a coprire una nuova fetta di mercato, quella del nord Italia.

Quali sono le caratteristiche della pesca saturnina?

La pesca saturnina è facilmente distinguibile dalle altre varietà di pesca per via della caratteristica forma schiacciata e della dimensione medio piccola. La pelle vellutata racchiude una polpa chiara, come quella delle pesche a pasta bianca, e molto dolce. Il nocciolo invece è piccolo e solitamente si stacca facilmente dalla polpa.

A differenza delle varietà più diffuse, la tabacchiera si conserva per poco tempo una volta raccolta dalla pianta: si parla di massimo 3-4 giorni. Se da un lato questa sua caratteristica ci permette di gustare frutti dal sapore intenso, dall’altro ne rende difficile la diffusione su larga scala.

L’unico aspetto negativo, se così vogliamo chiamarlo, è il prezzo: data la scarsa domanda, la produzione è ridotta e questo per le leggi del mercato va a influire direttamente sul prezzo.

Per tutti questi motivi e per proteggerne la coltivazione, la pesca saturnina ha ottenuto il riconoscimento di presidio Slow Food. Provatele per preparare una golosissima torta di pesche.