È uno dei primi piatti natalizi più famosi per celebrare il 25 dicembre: ecco la ricetta dei ravioli del plin, gli agnolotti piemontesi più amati!
I ravioli del plin sono una specialità del Piemonte, ma sono conosciuti in tutta Italia. Questi piccoli agnolotti di forma quadrata, sono farciti solitamente con avanzi di carne arrosto e di verdure cotte: una ricetta, quindi, oltre che golosa anche antispreco. Come ogni piatto tradizionale ne esistono tantissime varianti, ma nessuna è quella sbagliata, infatti ogni famiglia usava la carne avanzata e gli ingredienti che aveva in dispensa per preparare la farcitura.
Prima di vedere come fare degli squisiti agnolotti del plin, per i quali siamo certi che li inserirete tra le vostre ricette di Natale preferite, facciamo un passo indietro nella storia.
Ravioli del plin: storia e origine della pasta ripiena piemontese
Le origini di questo formato di pasta si perdono nella storia, infatti sembra che da quando il Piemonte ospitò i suoi primi abitanti ci sia sempre stato come pasto tradizionale un bel piatto di agnolotti piemontesi. Questi venivano realizzati dagli allevatori e dai fattori, non di certo sempre, ma solo in quelle rare occasioni in cui avanzavano qualche pezzo di carne e non volevano, assolutamente, sprecarlo.
La qualità di pasta plin, i tortellini protagonisti di questa discussione, sono tipici del territorio delle Langhe e del Monferrato, sono infatti più piccoli rispetto a quelli classici ma la sua forma quadrata non inganna. Ma perché si chiamano plin? Molto semplice, il termine dialettale significa pizzicotto. Ed è appunto la mossa che viene fatta dalle sfogline per chiudere a tasca ogni piccolo quadratino di pasta con il suo ripieno.
Questo prodotto tipico è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani, e ha un proprio disciplinare della Regione Piemonte che, tuttavia non indica una ricetta univoca per il ripieno: proprio perché ogni famiglia lo adattava a seconda delle proprie possibilità o necessità. L’unica cosa certa è che questa pasta non aveva mai un ripieno di magro, in caso contrario veniva chiamata semplicemente raviolo.
Preparazione dei ravioli del plin fatti in casa in la ricetta originale
1. Cominciate a far rosolare la carne di maiale e di vitello in una padella con l’olio EVO, aggiustando di sale. Bagnate la carne con quanto basta con brodo vegetale o di carne, in modo che possa cuocere bene.
2. Quando la carne sarà cotta fatela raffreddare e poi tritatela con il salame cotto (un salume tipico piemontese), il prosciutto crudo e un pizzico di noce moscata e di pepe.
3. Preparate la pasta fresca, impastando la farina con 4 uova e un pizzico di sale, facendo riposare per una mezz’ora e poi ricavandone una sfoglia sottile.
4. Mescolate alle carni tritate le due uova restanti e il Parmigiano: questa sarà la farcia degli agnolotti.
5. Disponete il ripieno sulla sfoglia, poi ripiegate con altra pasta, pressate intorno alla pallina di ripieno per far aderire la pasta e ritagliate gli agnolotti (ecco qui il classico pizzicotto).
6. Fate cuocere gli agnolotti piemontesi in acqua salata e poi conditeli con burro e salvia oppure con del ragù di carne.
Servite i vostri agnolotti al plin di Natale (e non solo).
Condimento dei ravioli del plin: le scelte della tradizione
Secondo la tradizione, per condirli si poteva preparare i ravioli del plin con del sugo di arrosto, con del ragù classico, i ravioli del plin in brodo di carne oppure con del semplice burro e salvia, a seconda dei gusti.
Non solo, c’è chi li accompagna anche al vino rosso, appena tiepido e solitamente allungato con il brodo.
Se poi non lo sapeste, la ricetta originale degli agnolotti del plin li definiva anche gli agnolotti al tovagliolo. Una volta, infatti, venivano scolati dall’acqua di cottura, tamponati con un panno e servita ogni porzione dentro un tovagliolo e senza alcun condimento. C’era chi li accompagnava con del brodo in una tazza a parte, o anche con del vino.
Conservazione
Questo primo piatto goloso della tradizione si conserva da cotto e condito per massimo 1-2 giorni in frigorifero. Da crudo invece potete anche congelare singolarmente gli agnolottini in freezer, una volta freddi, riunirli in un sacchetto gelo magari già porzionati.