La resta di Como è una pagnotta dolce con uvetta e canditi tipica del periodo pasquale. Ecco la ricetta originale e la sua storia.
La resta è un dolce tipico comasco che per forma ricorda una pagnotta. La particolarità sta nella presenza, al suo interno, di un rametto di ulivo, fatto che l’ha reso il dolce tipico di Como per Pasqua. Le versioni più moderne, in conformità alla normativa alimentare, prevedono le caratteristiche incisioni ma non contengono più nessun rametto di ulivo. La versione più famosa di questo dolce è la resta di Baj.
Per quanto riguarda gli ingredienti, la tradizione è molto severa a riguardo: uvetta e canditi non possono mancare così come il burro e l’intenso profumo di miele. La preparazione poi non è per niente complessa e possiamo garantirvi che rimarrete piacevolmente stupidi da questo pane dolce.
Come preparare la ricetta della resta di Como
- Versate in una ciotola 50 ml di acqua e scioglieteci il lievito. Unite poi 50 g di farina e impastate velocemente a formare il lievitino. Lasciate lievitare coperto da pellicola per un’ora.
- Mettete il lievitino in una ciotola più grande insieme alla farina, allo zucchero e al miele.
- Iniziate a impastare aggiungendo il burro fuso poco per volta e le uova, sempre una alla volta.
- In ultimo profumate con la scorza grattugiata del limone e unite un pizzico di sale. Lasciate lievitare per un’ora.
- Incorporate poi l’uvetta ammollata e strizzata e i canditi, impastando velocemente per distribuirli. Formate un filone e volendo, aiutandovi con un tarocco, inserite al centro per il lungo un rametto di ulivo.
- Lasciate lievitare di nuovo per un paio di ore.
- Incidete poi la superficie a formare le lische e infornate a 180°C per 50 minuti.
- Servite la resta di Como una volta che si sarà raffreddata.
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Resta di Como: la storia
Siamo nei primi dell’ottocento nella città lacustre di Como. Il proprietario di un’osteria, tale Michele, era solito deliziare gli ospiti, in occasione del suo onomastico, con un delizioso pranzetto che non poteva non concludersi con un dolce. Un anno però le cose non andarono come previsto e, vuoi per un eccesso di lievito, vuoi per una lievitazione troppo lunga, il suo pane dolce fuoriuscì dal mastello di lievitazione.
Non sapendo come risolvere il problema, si aiutò con un rametto di ulivo che aveva vicino ma questo rimase inglobato nell’impasto. A nulla valsero poi i suoi tentativi di rimettere l’impasto all’interno aiutandosi con un coltello: i tagli si impressero sulla superficie. Allo sconforto però seguì lo stupore: la pagnotta sembrava una lisca! L’esclamazione “Par la resca d’un pèss!” (ovvero “Sembra la lisca di un pesce”) attribuì al dolce il suo nome attuale, traslitterando resca in resta.
Conservazione
La resta di Como si conserva in un sacchetto di carta per 4-5 giorni.