Quanti tipi di carciofi esistono? Addentriamoci in questo vasto mondo

Quanti tipi di carciofi esistono? Addentriamoci in questo vasto mondo

Scopriamo quali sono i carciofi di qualità che si possono trovare in Italia ma soprattutto tipologie, caratteristiche e consigli di cottura.

Tanti tipi di carciofi arricchiscono le nostre tavole per un periodo di tempo piuttosto lungo che va da ottobre a giugno, perfetti per la pasta, da cuocere alla brace o per realizzare contorni sfiziosi. Sono molto versatili e, sebbene in molti nutrano un po’ di timore nel pulirli e nel cucinarli, conoscere le varietà di carciofi presenti sul mercato è molto importante per poi utilizzarli in maniera corretta.

Tipi di carciofi

Carciofi: le varietà e come abbinarle al meglio

I carciofi sono l’infiorescenza della pianta Cynara scolymus appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la stessa da cui si ricavano i cardi, la camomilla e la lattuga. In base alle loro caratteristiche, i carciofi si dividono in quattro tipologie: violetti, catanesi, romaneschi e spinosi. Ma quanti tipi di carciofi di sono in ciascuna tipologia?

Carciofi violetti

I carciofi violetti, come lascia intuire il nome, si contraddistinguono per il colore delle foglie. Appartiene a questa categoria il Carciofo di Perinaldo presidio slow food della Liguria. Coltivato unicamente in questa zona, pare essere arrivato in Italia dalla Provenza per mano di Napoleone Bonaparte.

Carciofi romaneschi

Tra i carciofi romaneschi più famosi spicca invece il Carciofo violetto di Castellammare. È vero, il nome trae in inganno, ma appartiene a questa categoria anziché alla più ovvia dei violetti per via della sua produzione precoce. La particolarità di questo carciofo sta nel fatto che l’infiorescenza viene protetta da una coppetta di terracotta così che i raggi del sole non ne compromettano la qualità.

Se invece desiderate scoprire quali sono i carciofi più teneri, allora vi consigliamo di provare il Carciofo bianco di Pertosa, perfetto anche per essere consumato a crudo. Impossibile poi distinguere il Carciofo violetto di Sant’Erasmo da una rosa. Coltivato nell’omonima isola della laguna veneta, si presta a moltissime ricette e si distingue dalle altre varietà per via del colore scuro e della forma allungata.

Ultimo ma non certo meno importante, il Carciofo violetto di Toscana che con la sua scorza dura esterna e il cuore tenero è perfetto per essere conservato sott’olio e gustato con delle fette di pane.

Rimaniamo tra i carciofi romaneschi per scoprire le proprietà del Carciofo tondo di Paestum, forse il più apprezzato tra i consumatori. Classificato come IGP dal 2004, è tra i primi a comparire sul mercato e con le sue foglie tenere e la totale assenza di spine si presta a un numero pressoché infinito di ricette.

Primo carciofo italiano a ottenere il marchio IGP, noto anche come “mammola” o “cimarolo” è il Carciofo romanesco o di Ladispoli. Protagonista di molte ricette tipiche della cucina romana, il modo migliore per cucinarlo è alla giudia o alla romana.

Carciofo spinoso

Arriviamo alle versioni più… spinose! Il Carciofo spinoso di Menfi, con i suoi aculei dorati, è perfetto per la cottura alla brace e per essere conservato sott’olio, proprio per la tenacità delle sue foglie. Dal sapore tra il dolce e l’amaro invece il Carciofo Spinoso di Sardegna, ottimo da gustare a crudo in insalata o in pinzimonio, dal 2011 vanta la certificazione DOP ed è tra i carciofi più pregiati.

Carciofi catanesi

Restano i carciofi catanesi. La Sicilia è il maggior produttore italiano di carciofi. Infatti è proprio qui che nasce il Carciofo violetto di Sicilia in tutte le sue infinte varietà: Catanese, Ramacchese, Gagliardo, Niscemese, Siracusano, di Lentini e della Val di Noto.

Ora che conoscete le varietà di carciofi sapete anche come sceglierli e in quali ricette impiegarli. A tal proposito ecco le nostre migliori ricette con i carciofi.