Colpito da un brutto infarto il noto pizzaiolo Sorbillo

Solo grazie all’intervento tempestivo dei medici e della telemedicina il noto pizzaiolo napoletano, Luciano Sorbillo, è riuscito a riprendersi da un brutto infarto.

Può raccontare la sua malattia, Luciano Sorbillo, noto pizzaiolo napoletano che è stato colpito da infarto ma che, grazie a medici e alla telemedicina, ora sta bene e può raccontare quanto è utile e salvavita l’innovazione anche in campo medico. Ma cosa è successo a Sorbillo? Il malore e i ringraziamenti dopo la guarigione.

Il racconto di Sorbillo dell’infarto

Si è sentito male d’improvviso, racconta Sorbillo in un post che ha condiviso sui suoi canali social. Per fortuna grazie all’elisoccorso sono riusciti a portarlo in breve tempo all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro.

Qui sono stati svolti tutti gli esami del caso: hanno subito fatto l’elettrocardiogramma per poi passare a un massaggio in telemedicina. Questo approccio tempestivo ha fatto sì che il pizzaiolo venisse salvato e, adesso, è ancora più grato alla “sua Calabria” ed è anche per questo che ha deciso di lasciare un accorato ringraziamento a tutto lo staff del centro ospedaliero.

I ringraziamenti allo staff medico e alla telemedicina

Dopo aver spiegato del malore, il pizzaiolo (che ha solo il cognome del collega ben più famoso, Gino Sorbillo) spiega: “L’equipe dell’Unita Operativa Utic diretta dal Prof Antonio Vincenzo Ciconte mi ha riportato alla vita.Sono rinato grazie alla bravura dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario calabrese.”

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Un post condiviso da Luciano Sorbillo (@lucianosorbillo)

E poi passa ai ringraziamenti: “Il mio cuore ha ceduto ma le mani dei medici dell’Ospedale Ciaccio Pugliese di Catanzaro mi hanno rimesso in piedi. Le cose forse dovevano andare così ma colgo l’occasione per dire che se oggi sono vivo lo devo alle persone che mi sono state vicine con amore e affetto, ai medici, al telesoccorso, all’elisoccorso e alla grande professionale medica del Sud Italia. Il meridione è garbo, professionalità ma soprattutto umanità”.

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