Le gelaterie artigianali che fanno la differenza: Dissapore è andato alla ricerca delle migliori 100 d’Italia, Nord, Centro e Sud
Dissapore è andato alla ricerca delle 100 gelaterie migliori d’Italia. I semilavorati prodotti con basi pronte ovviamente sono banditi. Dal 2017 sarà anche un libro, per poter riconfermare che gli italiani fanno il gelato artigianale migliore del mondo. Al numero 10 troviamo la Cremeria Santo Stefano di Bologna, una piccola bottega con 10 anni di attività alle spalle. Propone gusti come la crema libanese con acqua di fior d’arancio, amaro di Vallebona, mandorle e pistacchi, e crema delle zitelle con mascarpone e pinoli.
Al nono posto, l’Albero dei Gelati a Seregno (Monza Brianza)
Una gelateria dai locali così invitanti, con legno bianco in stile country farm, e 500 gusti tra cui scegliere. Alla base ingredienti freschi e tracciati, locali, in alcuni casi auto-prodotti nell’orto retrostante.
I gusti da provare: lo zafferano brianzolo, la camomilla del lago d’Iseo, la manna della Madonie e la Torta paesana.
All’ottavo, Otaleg, a Roma
Lavorazione lenta e minuziosa, senza scorciatoie. Il consiglio è di non arrivare troppo tardi da Otaleg, perché i gusti migliori finiscono e si passa al giorno dopo.
Al settimo posto, Makì, a Fano (Pesaro Urbino).
Antonio e sua moglie Paola conducono la piccola gelateria nel centro storico di Fano con attenzione certosina, dalla scelta del fornitore all’aspetto seducente.
Al sesto, la Cioccogelateria Brunelli a Agugliano/Senigallia (Ancona).
L’esempio più riuscito dell’anno di gelato contemporaneo, propone abbinamenti inconsueti per una gelateria. Come il gelato di cioccolato bianco caramellato con crumble di arachidi salate, gelatina di Campari e olive candite, per giocare con l’idea di aperitivo.
Al quinto posto, Di Matteo a Torchiara (Salerno).
Al quarto, Soban a Valenza e Alessandria
Andrea Soban è un gourmet instancabile che mette da parte tutto ciò che è basi pronte, conservanti o aromi di sintesi.
Sul podio, al terzo posto, De Coltelli a Pisa e Lucca
Gianfranco Cutelli è un maestro, un appassionato ricercatore di materie prime autarchiche come pinoli, ricotta e yogurt di pecora del parco di San Rossore, tutto bio, tutto squisito, con il vezzo di usare pistacchi, mandorle e pinoli crudi e non tostati.
Medaglia d’argento per Galliera 49 a Bologna.
Produzione continua e espressa, massima digeribilità, l’unico addendsante usato, il kuzu da agricoltura biologica. Un gelato che è anche senza glutine. E, super bonus, le brioche sono fatte appositamente dall’amico pasticcere bolognese Gino Fabbri.
Non aspettatevi sfarzo né similitudini con una galleria d’arte moderna, si può essere molto bravi anche servendo gelato (e irresistibili granite alla siciliana) in una risicata bottega sotto ai portici del centro.
Vince infine Capolinea, a Reggio Emilia
Latte fresco di una fattoria di Reggio Emilia, panna fresca dell’alto adige, uova di galline allevate sull’appennino emiliano, zucchero di canna grezzo, frutta di stagione da agricoltura biodinamica, gusti senza derivati animali oppure non convenzionali, salati, gastronomici, da spalmare su un crostino.
Semplicemente il gelato migliore di quest’anno. I gusti da provare: Cremino Tricolore con cioccolato bianco, salsa di lamponi e ganache al pistacchio.