La sensibilità al glutine finalmente viene riconosciuta come malattia autoimmune, grazie ad un nuovo studio tutto italiano.
Sensibilità al glutine non celiaca è un fenomeno che si sta diffondendo rapidamente e sarebbe una vera malattia autoimmune. I ricercatori dell’Università di Verona e dell’Università di Genova hanno comunicato, in questi giorni, i risultati della loro ricerca che lo dimostrerebbe. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Journal of Immunologic Research, dichiara che la sensibilità al glutine è una malattia autoimmune.
Inoltre gli studi dichiarano che l’infezione da Rotavirus potrebbe contribuire a scatenarla. Una ricerca analoga era stata effettuata, dallo stesso gruppo di ricercatori, per dimostrare la stessa problematica riguardante la celiachia.
Cosa vuol dire sensibilità al glutine non celiaca?
Con il termine sensibilità al glutine non celiaca si intende una nuova entità clinica che comprende una miriade di casi nei quali i pazienti manifestano sintomi di solito sono addotti alla celiachia. La dieta priva di glutine darebbe sollievo e sembrerebbe risolvere il problema, nonostante gli accertamenti medici escludano la malattia o l’allergia.
Le manifestazioni cliniche comprendono: sintomi gastrointestinali, di solito simili a quelli della celiachia, con rischio di disidratazione nei casi di diarrea e vomito e extraintestinali quali stanchezza, malessere generale che regrediscono con l’eliminazione del glutine dalla dieta.
La sensibilità al glutine è molto frequente, molto più della celiachia, a quanto dimostrano questi ultimi studi. Sembra che colpisca il 6-10% della popolazione. In confronto all’1% di persone celiache nel mondo (dati AIC 2016).
Lo studio sulla sensibilità al glutine non celiaca
Lo studio ha coinvolto pazienti selezionati e seguiti per un periodo di 2 anni. L’analisi genetica condotta su 22 mila geni umani ha dimostrato che questa sensibilità ha un’altissima probabilità di avere un’origine autoimmune. Questa conclusione è stata confermata dalla presenza nei pazienti studiati, di una sottopopolazione di linfociti, detti TH17 e di marcatori sierologici, che sono tipici dell’autoimmunità.
Questo studio fornisce una conoscenza un po’ più approfondita dei meccanismi immunologici di questa intolleranza al glutine. Potrebbe essere una svolta per poter comprendere meglio alcuni sintomi sia dal punto di vista del medico sia del paziente.
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