Simit turco

Simit turco

Scopriamo come si prepara il simit, le ciambelle turche al sesamo, tipico street food dalla storia centenaria.

Il simit è uno dei simboli più amati della cucina turca, un pane croccante e dorato dalla forma di anello, ricoperto di semi di sesamo tostati. Questo delizioso street food, spesso definito il “bagel turco”, è un elemento essenziale della colazione in Turchia, ma si gusta anche come spuntino a qualsiasi ora del giorno.

Tradizionalmente, viene accompagnato da formaggio fresco, olive e una tazza di tè turco caldo, il famoso chai. In Turchia è pressoché impossibile non imbattersi in venditori ambulanti (i simitchi) che girano per le strade tenendo direttamente sulla testa un intero vassoio di ciambelle di pane.

Simit turco

Ingredienti

Per i simit

  • Farina 00 – 300 g
  • Acqua – 150 g
  • Olio extravergine di oliva – 15 g
  • Lievito di birra – 5 g
  • Sale – 1 cucchiaino

Per la copertura

  • Acqua – 200 ml
  • Miele – 2 cucchiai
  • Semi di sesamo – q.b.

Preparazione

Come preparare la ricetta del simit turco

1

Innanzitutto fate sciogliere il lievito e lo zucchero con un po’ di acqua.

2

In una ciotola riunite la farina, versa l’acqua con il lievito e iniziate a impastare con un cucchiaio. Incorporate poi l’acqua rimasta, il sale e l’olio. Quando l’impasto comincia a prendere consistenza, finitelo di lavorare sulla spianatoia.

3

Formate una palla e mettetela a lievitare coperta da pellicola, sempre nella ciotola, per almeno 2 ore. Il composto dovrà raddoppiare.

4

Divide l’impasto in sei parti e lavorate ciascuna di esse fino a ottenere un cordoncino di massimo un centimetro di diametro. Piegatelo a U, arrotolatelo su se stesso, quindi chiudete a ciambella. Mettete a lievitare per 30 minuti.

5

Preparate il liquido di copertura mescolando l’acqua e il miele. Immergete i vostri simit oppure spennellateli con l’aiuto di un pennello da cucina, quindi ricopriteli con semi di sesamo.

6

Cuocete in forno a 200°C per 20-25 minuti. Dovranno risultare ben dorati.

Nelle ricette più tradizionali, la copertura che permette ai semi di sesamo di rimanere attaccati viene fatta con la melassa oppure con una sorta di caramello a base di acqua e zucchero come si vede in questo video. Il procedimento del resto non cambia e anche la nostra tecnica più veloce è super efficace.

Questa non è certo l’unica delizia tipica della cucina turca che, quando si parla di pane e surrogati non è seconda a nessuno. Per un tuffo nella magnifica tradizione culinaria del paese vi consigliamo di provare il bazlama, il pane turco che si cuoce in padella, il lamachun, una sorta di pizza con la carne, e infine il gozleme, una sorta di pane ripieno con spinaci e feta.

Conservazione

Il simit si mantiene in un sacchetto di carta per 2 giorni. È possibile congelarlo fino a 6 mesi.

Origine e storia

L’etimologia del nome è incerta e gli storici hanno individuato diversi termini da cui potrebbe derivare: Samīd, ossia farina raffinata; Simsin, che indica il sesamo; Simithane, cioè deposito di farina. Per scoprirne l’origine invece occorre fare un salto indietro nel tempo di quasi 500 anni.

Alcuni documenti commerciali datati 1525 sono le uniche fonti che attestino l’esistenza di questa ciambella di pane coperta di semi di sesamo. L’epoca è quella dell’impero ottomano e del suo sultano Solimano il Magnifico. La leggenda narra infatti che il monarca, durante il periodo di Ramadan, era solito donare alle guardie al termine del digiuno una di queste ciambelle, in segno di riconoscenza.

Ne “Il libro dei viaggi” di Evliya Çelebi, un viaggiatore che esplorò in lungo e in largo l’impero, si racconta che ai primi del 1600 erano oltre 70 le panetterie specializzate nella produzione e nella vendita del simit. Oggi come allora, questo pane è il simbolo della classe media e bassa e viene venduto lungo le strade, semplice o farcito, al costo di poche lire (turche).

Oggi come allora, sono i venditori ambulanti a portare il simit in giro per le strade, su carretti rossi oppure su vassoi tenuti in sapiente equilibrio sul capo, al richiamo di “Taze simit!/Taze gevrek” (pane fresco) o “Sicak, sicack” (caldo, appena fatto). Un tempo, l’ultima infornata veniva acquistata al rientro dal lavoro e gli ambulanti erano facilmente riconoscibili per via della presenza di una lanterna sulla cima di un bastone su cui erano impilati i simit.

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