È stato inaugurato Bistrani a Torino, ovvero il primo bistrot interamente gestito da sette giovani ragazzi con autismo!
Ad un mese dall’apertura è stato inaugurato Bistrani, ovvero il primo bistrot interamente gestito da sette tra ragazze e ragazzi affetti da autismo. Il locale si trova a Torino, più precisamente in via Sassari. Si tratta di un progetto di inserimento lavorativo dell’associazione Autismo e Società ONLUS.
Il progetto coinvolge i ragazzi con lo scopo di inserirli nel mondo del lavoro, attraverso progetti educativi e occupazionali. I sette ragazzi prima dell’apertura hanno affrontato un periodo di formazione e adesso sono pronti per lavorare nel bistrot. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sul nuovo locale del Piemonte.
Tutto su Bistrani a Torino: il bistrot gestito da ragazzi autistici!
I sette tra ragazzi e ragazzi prima dell’apertura del locale hanno imparato a lavorare nel bistrot, grazie ad un periodo di formazione. Attualmente i giovani si alternano tra le varie mansioni della caffetteria e della vineria, fino alla tavola calda.
L’idea di aprire questo locale è nata dall’associazione Autismo e Società ONLUS, con a capo il presidente Cristina Calandra. La quale avrebbe spiegato: “Siamo partiti dal presupposto che le persone autistiche non siano adeguatamente considerate né a livello lavorativo né come potenziali clienti di un’attività commerciale“.
Inoltre la donna ha dichiarato che proprio per questo motivo hanno pensato ad un luogo e ad un’attività da far svolgere ai ragazzi con l’autismo, proprio per fargli esprimere le proprie potenzialità. Allo stesso tempo possono sentirsi a proprio agio a contatto con la realtà per sviluppare l’autonomia e le relazioni.
È nata una collaborazione con l’associazione E.L.I.S.A. Nuove Abilità, per insegnare ai ragazzi i mestieri di baristi, camerieri e tutte le attività che ci sono da svolgere nel locale. In merito la psicologa Emanuela Manna e l’educatrice Alice Cracco hanno spiegato: “Viste le difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, i ragazzi percepiscono Bistrani come un’oasi nel deserto, la possibilità di dimostrare a tutti di poter far parte di un progetto strutturato“.
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