Credenze e storia dietro la pianta del sedano che sconfigge il male, già apprezzata nell’antichità e fino ai giorni nostri!
L’estate è ormai alle porte, e un ortaggio tipico di questa stagione è il sedano. Protagonista dei soffritti insieme a carota e cipolla, questo ortaggio è perfetto anche per essere gustato da solo, sia crudo che cotto! Si tratta di una verdura ricca di vitamine e sali minerali, con molte proprietà benefiche come quella di essere un naturale antiossidante. Tuttavia, al sedano è legata anche una misteriosa credenza, secondo la quale questa pianta riuscirebbe ad allontanare il male!
Un’antica usanza: il sedano allontana il maligno
Nell’antichità, era diffusa la convinzione che il sedano avesse un potere quasi “magico”: quello di scacciare il maligno, in ogni sua forma. Non a caso, era spesso utilizzato come una sorta di panacea per curare le ferite e per allontanare la malinconia. Infatti, esiste un antico proverbio che recita: “Se il contadino sapesse il valore del sedano, allora ne riempirebbe tutto il giardino“. Ma da dove arriva questa convinzione? Bisogna tornare indietro per scoprirlo, fino ai tempo dei Greci e dei Romani e poi nel Medioevo e nell’era moderna, dove è tornata in auge la credenza sull’ortaggio.
Perché il sedano allontana il male: origini della credenza
Il sedano ha sempre fatto parte della dieta di molti popoli mediterranei. Era conosciuto fin dal tempo degli Egizi e viene citato nell’Odissea di Omero. Secondo una tradizione diffusa nell’antichità, soprattutto a Roma, il sedano allontana il male grazie al suo aroma. Lo stesso aroma che gli è valso il nome scientifico di Apium gravelons, ovvero “molto odoroso“.
Sempre nell’antica Roma, i soldati consumavano molto sedano crudo prima delle battaglie o durante le lunghissime marce. Sembra ciò derivi dalla credenza per cui il sedano fosse in grado di trasmettere vigore e resistenza, anche per contrastare l’ebbrezza dell’alcol. Era così importante, come ortaggio, nell’antichità che la città greca di Selinunte prende il suo nome dal sedano selvatico, che circondava la piana dove sorgeva la città. Inoltre, l’immagine del sedano compare sulle monete che venivano coniate a Selinunte. Veniva anche regalato agli atleti vincitori in molte gare, essendo considerato una pianta nobile.
Durante il Medioevo, gli utilizzi dell’ortaggio come pianta miracolosa si allargano. A partire poi dal Quattrocento si aggiungono alle proprietà del sedano anche quella di potente afrodisiaco, che sarà da qui in poi la più studiata. Lo studioso Michele Savonarola sconsigliava alle donne di mangiarlo, vista la sua potenza in fatto di desiderio. Una tendenza, quella data da Savonarola, che nel Settecento si inverte. Proprio per il fatto di essere afrodisiaco, il sedano veniva consumato crudo, in salsa piccante o cotto in minestre. Nei libri medici dell’epoca, il sedano era il metro di paragone per valutare la proprietà afrodisiaca di altri cibi.
Le proprietà del sedano e il suo particolare aroma
Il sedano è un alimento amico della salute: viene infatti da sempre utilizzato per la sue forti azioni diuretiche e digestive e antiossidanti come per esempio nella preparazione di centrifugati e succhi. Molto importante è anche il suo olio essenziale, che contiene molte molecole bioattive, come il limonene (che garantisce un effetto detox) e il saliene (un potente antinfiammatorio).
Le vitamine A, C ed E fanno del sedano un toccasana per l’organismo, assieme a sali minerali come ferro, manganese e potassio. Questo ortaggio, come si diceva, sopra, è anche poco calorico: si parla di circa 20 kcal ogni 100 grammi di sedano. Viene anche utilizzato in fitoterapia per attenuare alcuni disturbi, come quello dell’infertilità.
Inoltre, si è scoperto il segreto del suo inconfondibile odore. Si tratta della molecola 5 alfa-androst-16-en-3 alfa-olo, un feromone ampiamente presente all’interno dell’alimento. Questo particolare feromone è in grado di regolare i meccanismi di attrazione nei mammiferi e, dunque, anche negli esseri umani.