Il granchio blu continua a causare danni. Perso il 50% di vongole e cozze e bruciati milioni di euro nel settore ittico.
Attenti al granchio blu. La specie aliena di crostacei originaria dell’Atlantico continua ad infestare le acque italiane e a mettere in pericolo la fauna locale, ma è solo ora, con l’estate che volge al termine, che si stanno cominciando a contare i danni. Toccate soprattutto vongole e cozze, e la cifra persa dal settore è preoccupante.
I danni causati dal crostaceo alle altre specie
Più del 50% della produzione italiana di vongole e cozze è andato perso nel corso dell’estate del 2023, stando alle stime di Fedagripesca-Confcooperative, e la colpa è tutta da imputare al granchio blu. Il problema principale, dichiara l’associazione, è che il crostaceo alieno “non attacca solo il prodotto pronto per la commercializzazione, ma mangia anche il novellame, mettendo a rischio le produzioni dei prossimi anni”.
Una prospettiva davvero grigia per il nostro Paese, che risulta essere il primo produttore di vongole in Europa e il secondo al mondo. Ma anche il presente non è così roseo: le scorte dei molluschi sono in esaurimento, e a partire dall’autunno verrà fermata la filiera. “Non c’è più seme per le produzioni dei prossimi tre anni”, tuona la Fedagripesca.
Il buco economico nel settore della pesca
Rimanere senza materia prima per il settore della pesca significa rinunciare a gran parte degli introiti dovuti alle vendite. Ed infatti, nella sola estate del 2023, l’ittica italiana ha registrato una perdita per 100 milioni di euro.
Se si considerano anche i danneggiamenti agli impianti causati sempre dai granchi, le spese sostenute per il loro smaltimento, e i mancati ricavi dei ristoratori, si stima che nei prossimi tre anni si potrebbe venire a creare un buco di 1 miliardo di euro.
Una possibile soluzione? La cucina
Disfarsi di tale specie non è così semplice: il granchio blu si adatta facilmente a tutti gli ambienti, e l’aumento delle temperature, unito all’assenza dei suoi predatori di certo non aiutano. Un barlume di speranza arriva però dal mondo della cucina. Il ragionamento è questo: se non si riesce a togliere dalle acque, lo si può pescare, vendere e cucinare.
Che sia per pura curiosità , per moda o per gusto, le vendite del crostaceo alieno sono in continua crescita, con una domanda piuttosto robusta. Stando a quanto riporta l’ANSA, in effetti, 8 italiani su 10 si dicono desiderosi di assaggiarlo. Molti ristoranti hanno iniziato a proporlo nei loro menu e c’è anche chi – come Gino Sorbillo e la sua pizza al granchio blu – sta dando sfogo alla creatività .