Sapete cos’è il Prosek? Non è di certo il nostro amato vino Prosecco, molto diverso sotto molti punti di vista. Scopriamo le differenze tra il vino croato e quello italiano e perché questo nome.

Una tipologia di vino nato in Croazia e che vuole “fare il verso” al famoso vino frizzante italiano di origine controllata che si produce nella regione del Friuli Venezia Giulia. Ecco in poche parole che cos’è il Prosek, un vino bianco croato che aspira a prendere questo nome tanto simile al Prosecco. Non ci sono tuttavia molte similitudini tra le due produzioni vitivinicole e, la scelta di questo nome sta facendo discutere tutta Italia.

Vediamo tuttavia quali sono le differenze tra Prosek e Prosecco e scopriamo qualcosa in più sulla querelle tra Italia e Croazia.

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Due bicchieri di prosecco
Due bicchieri di prosecco

Differenza tra Prosek e Prosecco

La realtà dei fatti è che il Prosek non nasce per imitare il Prosecco italiano, tuttavia potrebbe oscurare il prodotto Made in Italy e trarre in fallo tantissimi acquirenti.

Il Prosecco attuale, come molti sapranno, è un vino bianco frizzante realizzato con il metodo Martinotti e, raramente, anche con metodo Classico tramite uve Glera in purezza. Secondo il disciplinare ci può essere una qualità più “calma”, il Prosecco spumante e il Prosecco frizzante. Non solo, nel 2020 è stata introdotta anche la tipologia rosé che nasce dall’unione di uve Glera e Pinot nero.

Il Prosek, invece, è esclusivamente fermo con riflessi ambrati dalla gradazione alcolica più elevata e simile a un passito. Pare inoltre che non sia una novità croata: il Prosek, come riporta il Corriere della Sera, viene prodotto da oltre 2 mila anni nella Dalmazia.

La battaglia tra Crozia e Italia

Ma perché parliamo di Prosek associato al Prosecco italiano? Sembra che la Commissione europea abbia dato l’ok per registrare in Gazzetta Ufficiale UE la domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek che, tuttavia secondo l’Italia, sarebbe associabile troppo facilmente al bianco italiano.

Tantissimi politici ed esperti del settore si sono dissociati dalla decisione dell’UE, anche Joe Bastianich, imprenditore da anni nel campo della ristorazione e produttore di vino, ha commentato così il fatto riportato da il Corriere della Sera: L’Italia deve combattere per i suoi tesori: i marchi legati all’agricoltura, all’enogastronomia, alle origini protette (Doc, Dop, Docg, Igt eccetera) devono essere assolutamente difesi. Io lo so bene perché ho portato i prodotti italiani negli Stati Uniti per anni, e il mondo adora l’Italia per questo suo patrimonio. Il fenomeno del “similar brand” crea danni enormi: anche se il Prosek è un vino diverso dal Prosecco, il nome deve restare italiano e non ci deve essere un’altra denominazione così simile”.

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ultimo aggiornamento: 15-09-2021


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