I formati di pasta tipici di Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna sono per la maggior parte senza uova. Scopriamoli insieme!
Il nostro viaggio alla scoperta dei formati di pasta tipici dell’Italia volge al termine. Verrebbe quasi da dire che il meglio è rimasto per ultimo, ma equivarrebbe a riaccendere la disputa culinaria che da sempre affligge l’Italia: è meglio la cucina del Nord o quella del Sud? Per giudicare non resta che provare e poi decidere: noi vi lasciamo qualche indicazione.
Non staremo a elencare tutti i formati di pasta di grano duro presenti in commercio, limitandoci a esplorare le specialità regionali. Vedremo quali sono i formati più o meno noti e, se esistono “condimenti prediletti”, quali sono.
Pasta tipica del Molise
Cicatelli: simili ai cavatelli, si preparano con farina e acqua e vengono solitamente serviti con sughi a base di pesce.
Laganelle: simili a tagliatelle ma più sottili, sono un formato di pasta all’uovo. Vengono solitamente condite con un sugo a base di fagioli.
Taccozze: una via di mezzo tra pizzoccheri e maltagliati, si preparano con farina e acqua e vengono solitamente servite sotto forma di minestra con i fagioli.
Pasta tipica della Puglia
Cavatelli: anche noti come capunti, si ottengono strisciando un rotolino di impasto di farina e acqua con tre dita in modo da formare un incavo.
Orecchiette: un classico della cucina pugliese, si ottengono rivoltando sul pollice un tocchetto di impasto a base di acqua e semola. Il condimento classico è con le cime di rapa.
Sagne ‘ncannulate: pasta fresca solitamente servita con i ceci simile a tagliatelle arrotolate.
Strascinati: simili ai cavatelli ma più lunghi e sottili, il condimento ideale è a base di salsa di pomodoro.
Tria: pasta fresca a forma di spirale solitamente utilizzata per la preparazione di ciceri e tria.
Troccoli: tagliolini più rustici e spessi tipici dl foggiano.
Pasta tipica della Calabria
Cannarozzi: simili a dei paccheri, il condimento ideale è a base di salsa di cipolle di Tropea.
Fileja: dalla forma allungata e ricurva, si preparano con semola di grano duro e acqua e vengono conditi con la ‘nduja.
Ferrazzuoli: a base di semola di grano duro e acqua, ricordano dei lunghi spaghetti ma presentano un incavo proprio come i cavatelli.
Schiaffettoni: una sorta di cannellone servito ripieno di salsiccia.
Pasta tipica della Basilicata
Bucce di mandorla: ricordano le orecchiette ma la forma è più allungata. Si preparano con farina e acqua.
Manate: dalla particolare lavorazione, sono degli spaghettoni lunghi e spessi a base di farina e acqua.
Rascatielli: anche questi somigliano ai cavatelli e si ottengono con farina e acqua.
Ravioli materani: solitamente a forma di mezzaluna, il ripieno è costituito da ricotta di capra, cannella, zucchero e noce moscata. Il condimento classico è con il ragù di agnello.
Pasta tipica della Campania
Candele: sono una pasta bucata di dimensione intermedia tra cannelloni e ziti solitamente ripassata al forno e condita con il ragù.
Cortecce: la forma ricorda i baccelli dei fagioli e viene condita solitamente con il pomodoro o con il ragù.
Fusilli: a differenza dei fusilli cui siamo soliti, questi risultano più lunghi e con un’elica molto più stretta. Si prestano a tutti i tipi di condimento.
Mafalde: nome campano per indicare le reginette, hanno la forma e la larghezza delle tagliatelle ma con il bordo zigrinato.
Paccheri: sono un classico, simili a cannelloni ma lunghi la metà. Il condimento perfetto non esiste: si sposano alla perfezione con tutti!
Scialatielli: Un formato di pasta particolare, simile a una corta tagliatella ma decisamente più spessa. Vengono conditi solitamente con ragù a base di pesce.
Vermicelli: simili a spaghetti ma di spessore maggiore.
Vesuvi: simili a piccole spirali incavate, vengono conditi solitamente con un sugo di pomodoro.
Ziti: degli spaghetti bucati di diametro di circa un centimetro.
Zuzzeri: ottenuti con un impasto a base di acqua e farina, ricordano per forma le orecchiette.
Pasta tipica della Sicilia
Anelletti: utilizzati soprattutto per sformati di pasta, ricordano dei veri e propri anelli di circa un centimetro di diametro.
Busiate: devono il loro nome al ferro con cui si lavorano e si ottengono arrotolando una striscia di impasto attorno a un ferro da calza.
Catanesella: simili a maccheroni ma lisci e leggermente più lunghi.
Lasagne cacate: la pasta per lasagne, condita con ricotta e ragù, viene servita senza essere disposta a strati ma proprio come se fosse un piatto di pasta.
Pasta tipica della Sardegna
Culurjones: ravioli di pasta senza uova farciti con un ripieno di patate e pecorino.
Chiusoni: a base di farina di semola, sono noti anche come gnocchi alla gallurese. Si ottengono passando l’impasto sopra una particolare grattugia e come condimento solitamente si utilizza il ragù.
Filindeu: pasta per minestra ottenuta sovrapponendo sottili fili di impasto.
Fiuritti: simili a tagliatelle ma ottenuti con un impasto a base di farina di grano duro.
Fregola sarda: sfere di dimensione variabile da un paio di millimetri a circa 3-4 si ottengono dalla farina di semola lavorata con acqua. Il condimento per eccellenza è un sugo a base di pesce.
Lorighittas: ottenute con semola e acqua, si preparano attorcigliando un doppio filo di pasta in modo da formare una treccia e poi si chiudono a cerchio. Il condimento per eccellenza è a base di pollo e pomodoro.
Maccarones de Busa: simili ai maccheroni ma più allungati, si ottengono lavorando l’impasto con un ferro da calza.
Malloreddus: piccoli gnocchetti a base di farina di semola caratterizzati da un incavo e da una superficie zigrinata esterna.
Curiosate anche tra i formati tipici del centro e del Nord Italia!