Ci sono tante cose da sapere sui gusci delle cozze: dal corretto modo di smaltirli passando per degli utilizzi alternativi.
Le cozze, anche note come mitili, sono uno dei prodotti del mare più apprezzati. Quello che però non tutti sanno è che i gusci delle cozze nascondono qualche problema di smaltimento. È vero infatti che in natura tutto si autoregola, ma la crescente domanda del mercato ha portato alla nascita di moltissimi allevamenti sparsi lungo le coste. Probabilmente vi chiederete: dov’è il problema, si biodegradano! E invece non è proprio così.
I gusci delle cozze dove vanno buttati?
Confessate, non vi siete mai nemmeno posti il problema così come probabilmente non vi siete mai nemmeno chiesti come si chiamano i gusci delle cozze. Andiamo quindi con ordine. Si chiamano bivalve perché hanno la forma di due “conchiglie” uguali all’interno delle quali è racchiuso il mollusco.
È del tutto naturale pensare che i gusci vadano buttati nell’umido, trattandosi in fin dei conti di materia organica e invece non è proprio così. Il materiale che li compone è pietra calcarea quindi sì organica, ma con periodi di degradamento davvero lunghissimi. Quindi la risposta alla domanda se i gusci delle cozze vanno nell’umido o nel secco la risposta è nel secco.
Purtroppo a riguardo c’è ancora poca informazione quindi può succedere che nella raccolta porta a porta non venga ammessa la presenza dei bivalve nella frazione secca. In questo caso seguite le norme (sbagliate) imposte dalla ditta e buttatele nell’umido.
Come riciclare i gusci delle cozze
Un’attenzione crescente nei confronti dell’impatto ambientale dei gesti compiuti dall’uomo ha fatto sì che molte aziende, più o meno grandi, ed enti di ricerca, studiassero un utilizzo dei gusci di cozze altrenativo. Sono nate quindi, seppur in fase sperimentale, delle piastrelle e mattoni di gusci di cozze da utilizzare nella bioedilizia sottomarina.
Il bisso invece, quel filamento nero che fuoriesce dalle cozze e che va rimosso prima della cottura, si è rivelato essere un’ottima fibra tessile. Se ne sta studiando l’impiego non solo per la realizzazione di tessuti noti come “seta del mare” ma anche in ambito medico come filo di sutura o materiale alternativo per far aderire i tendini alle ossa.
Insomma, i gusci di questi molluschi sono davvero preziosi e trasformarli da scarto a materiale è davvero un’idea fantastica in tema di sostenibilità. Gustatevi le vostre cozze alla marinara e immaginate che fine faranno i gusci.
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