Salmone pescato o da allevamento? Ecco alcuni semplici trucchi che ti permetteranno di fare la scelta giusta per te e per l’ambiente.
Il cibo che consumiamo ha un notevole impatto sia sulla nostra salute, che sull’ambiente. Per questo motivo è sempre opportuno leggere l’etichetta presente sulle confezioni degli alimenti, in modo tale da conoscerne la provenienza.
Tuttavia per alcuni generi alimentari come il pesce, si possono utilizzare anche alcune semplici strategie molto efficaci. Pertanto, oggi scopriamo come riuscire a distinguere un salmone pescato da uno da allevamento.

Un primo passo: osservare la confezione
Il primo passo da compiere, al di là di osservare l’etichetta, è prestare attenzione alla confezione. Infatti, è sempre importante individuare i loghi MSC o in alternativa ASC: questi garantiscono che il salmone che stiamo per acquistare è stato pescato o allevato nel pieno rispetto dell’ambiente.
Tuttavia, questo metodo non risponde a due domande: come capire se il pesce è stato pescato o allevato? E se proviene da un allevamento, questo era intensivo o distensivo?
Riconoscere il salmone utilizzando i 5 sensi
Sicuramente il primo “filtro” che possiamo usare è la vista: osservare attentamente l’aspetto del salmone è il primo passo per avere qualche informazione in più.
Il salmone pescato o proveniente da allevamenti distensivi, in cui la concentrazione di pesci è minore, presenta poche striature bianche ed è rosa intenso: ciò è dovuto alla sua alimentazione naturale a base di crostacei. Il salmone da allevamenti intensivi, invece, presenta molteplici striature bianche e più visibili, mentre il rosa è più tenue: questo perché la sua dieta cambia e si basa anche sull’assimilazione di integratori.
Un altro metodo altrettanto efficace è saper analizzare la consistenza. Il salmone pescato è decisamente più compatto rispetto a quello da allevamento, che risulta essere più tenero e rompersi con facilità .
Infine aggiungiamo che se il salmone è di qualità anche il suo sapore cambia: ti suggeriamo di provarlo crudo, assaporando la nostra gustosa ricetta a base di tartare di salmone, finocchi e arancia!
La disponibilità del salmone varia a seconda della stagione
A giocare un fattore chiave è poi anche la disponibilità del salmone. Gli esemplari pescati sono disponibili tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno, mentre il loro luogo di provenienza, di solito, è l’Oceano Pacifico.
Il salmone pescato, quindi, segue una stagionalità , motivo per cui se si acquista un esemplare in un mese invernale è certo che sia allevato. In questo caso la provenienza cambia, spostandosi dal Pacifico agli allevamenti della Scozia, piuttosto che della Norvegia.
Un ultimo fattore: il costo del salmone
Ultimo ma non per importanza, il costo: più il prezzo del salmone è alto, maggiore sarà la sua qualità , senza contare che le probabilità che sia pescato aumentano. Se un esemplare costa decisamente meno rispetto alla soglia minima (6-7 euro per 100 g), allora la sua origine sarà probabilmente un allevamento intensivo.
Quindi, anche il prezzo ha un impatto decisivo sulla nostra salute e sull’ambiente. Basta pensare che negli allevamenti intesivi vengono allevati gruppi di migliaia di esemplari, la cui dieta è costituita anche da antibiotici e antiparassitari: si tratta di sostanze che inevitabilmente finiamo per assimilare se consumiamo un salmone allevato male, ma che ci è costato poco.