Pici fatti in casa

Pici fatti in casa

Ecco come si preparano e si condiscono i pici fatti in casa, un formato di pasta tipico della Toscana che ricorda dei grandi spaghetti.

Impossibile lasciare la Toscana senza aver mai assaggiato i pici. Questo formato di pasta a base di soli acqua, olio e farina è un vanto della cucina della regione sebbene siano diffusi, seppur con altri nomi, anche nelle vicine Umbria e Lazio. Per forma ricordano dei grossi spaghetti e realizzarli tra le mura di casa non è poi così difficile soprattutto se seguirete passo passo i nostri consigli per i pici fatti in casa.

Vi sveleremo ben tre modi per ottenere la caratteristica forma, dalla tecnica più tradizionale a quella più rapida. Scopriremo anche come condire i pici, particolare che non va assolutamente sottovalutato. Infine scopriremo qualche curiosità sulla loro millenaria storia che viene addirittura fatta risalire al tempo degli Etruschi. Pronti a intraprendere questo delizioso viaggio culinario?

pici fatti in casa

Come preparare la ricetta dei pici fatti in casa

  1. Per prima cosa disponete la farina a fontana sul tagliere. Mettete al centro il sale, l’olio e poi unite l’acqua poco per volta, inglobando via via la farina.
  2. Non appena l’impasto prende consistenza iniziate a lavorarlo a due mani sulla spianatoia fino a ottenere un panetto liscio e omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare per almeno 30 minuti in questo modo sarà molto più semplice lavorarlo. Questo consiglio vale sempre quando si parla di pasta fresca fatta in casa quindi tenetelo a mente.
  3. Ora non resta che realizzare i pici alla maniera tradizionale. Staccate delle porzioni di impasto non troppo grandi (circa come una noce) e rotolatele sulla spianatoia, meglio se non infarinata, fino a ottenere uno spaghetto lungo e spesso (indicativamente 3-4 mm).
  4. Mano a mano che sono pronti allargateli su un vassoio infarinato con della semola e fateli asciugare all’aria per un’oretta prima di procedere con la cottura.
  5. I pici vanno lessati in abbondate acqua salata fino a che non verranno a galla. Ci vorranno circa 6-8 minuti ma assaggiateli sempre perché molto dipende dal diametro della vostra pasta.

Oltre a questo procedimento tradizionale, ci sono altri due modi per dare ai pici la loro caratteristica forma. Il primo è stendere la pasta (anche con la macchinetta), fino a ottenere delle strisce di mezzo centimetro di spessore. Si ricavano poi con un coltello o una rotella taglia pasta delle strisce larghe circa 1 cm e si rotolano tra le mani fino a ottenere lunghezza e diametro della pasta. Ecco un video con questo procedimento che è un giusto compromesso tra praticità e tradizione.

Esiste anche un apposito attrezzo per preparare pici, un matterello dotato di scanalature che si trova facilmente in vendita come souvenir nella zona. Per utilizzarlo dovrete prima stendere la pasta fino a raggiungere i 2-3 mm di spessore e poi passare il matterello con decisione, una sola volta e in un solo verso. Staccate poi i pici e, a piacere, rotolateli sulla spianatoia per renderli più tondeggianti.

Una volta pronti, non vi resta che condirli in uno dei tanti modi proposti dalla tradizione toscana o delle zone limitrofe.

Come condire i pici

Corposi e spessi, i pici sono perfetti per raccogliere anche i condimenti più importanti come quelli a base di selvaggina. Scoprirete ben preso però che anche un semplice sugo al pomodoro è perfettamente in grado di nobilitare questo formato di pasta. In origine infatti venivano serviti sono con un trito di cipolla, olio e sale: più poveri di così! Ecco quindi i condimenti più diffusi.

Pici all’aglione

Pici all’aglione

La zona della Valdichiana è famosa per i pici all’aglione, un condimento semplice preparato con un vero e proprio gioiello del territorio, l’aglione della Valdichiana per l’appunto. Dolce e tenero, viene anche chiamato aglio del bacio perché differenza del comune aglio non lascia nessun retrogusto in bocca. Aglione, pomodoro, vino e olio sono gli unici ingredienti che occorrono per realizzare questo primo piatto tipico della cucina toscana.

Pici cacio e pepe

Pici cacio e pepe

Dall’unione della tradizione toscana e laziale nascono invece i pici cacio e pepe (anche se a dirla tutta sembrano proprio nati per stare insieme). Il condimento ricco e cremoso dato dal pecorino insieme al sapore deciso del pepe sono perfetti per accompagnare questo formato di pasta permettendovi di portare a tavola gusto e semplicità. Per una ricetta più “toscana” utilizzate del pecorino del territorio.

Pici alle briciole

Pici alle briciole

Non esiste un modo più semplice di portare in tavola i pici fatti in casa se non con le briciole. La mollica di pane raffermo viene sbriciolata con le mani e insaporita in padella con olio, aglio e peperoncino. L’olio deve essere abbondante e di qualità dal momento che è l’unico vero e proprio condimento della pasta. A piacere potete completare con una spolverata di pecorino.

Pici al ragù bianco toscano

Ragù bianco

Il ragù bianco toscano è una variante del classico ragù alla bolognese, dal quale si distingue per l’assenza di pomodoro. Tipico della cucina toscana, si caratterizza per l’uso di carne macinata arricchita con salsiccia mentre la base di partenza è il tradizionale soffritto. Se cercate un modo di condire i pici perfetto per le domeniche in famiglia questa è la ricetta giusta.

Pici ai funghi

sugo ai funghi

Nell’entroterra, in particolare nella zona del monte Amiata, il sugo di funghi è quello più gettonato come condimento dei pici. Non esiste un’unica ricetta ma noi vi consigliamo di prepararne uno semplice, magari a base di funghi porcini, e in bianco. Il nostro sugo di funghi in bianco è quello che fa al caso vostro.

Conservazione

I pici fatti in casa si mantengono 2-3 giorni in frigorifero, allargati su un vassoio spolverato di semola e ricoperti con un canovaccio pulito. È poi possibile congelarli per 3-4 mesi dopo averli fatti comunque asciugare in frigorifero per qualche ora.

Storia e origine

Tra storia e leggenda, l’origine dei pici si perde nella notte dei tempi. Tra le prime tracce della loro presenza sul territorio a confine tra Lazio e Toscana c’è un affresco all’interno della Tomba etrusca dei Leopardi (V sec.) di Tarquinia. Una scena raffigura proprio un servo nell’atto di portare a tavola una ciotola colma di pasta lunga dalla forma irregolare.

Per quanto riguarda invece l’origine del nome, ci sono diverse ipotesi alcune più accreditate di altre. Pare labile infatti il legame tra il nome pici e lo storico autore del De re coquinaria, Marco Gavio Apicio, così come quello tra la pasta e il piccolo paese dell’aretino San Felice in Picis. Più probabile che il termine si rifaccia all’atto dell’appiciare, il movimento che si compie con le mani per conferire alla pasta la sua caratteristica forma.

Dal viterbese, i pici si diffusero prima della vicina Val di Chiana e poi in tutta la Toscana e nella vicina Umbria, seppur con nomi diversi: a Montepulciano, Pienza e Montalcino sono i pinci; ad Anghiari e nella Valtiberina sono i bringoli; nel viterbese i lombrichelli; in Umbria li troviamo come stringoli. A cambiare però è sostanzialmente il condimento che vede di volta in volta protagonisti gli ingredienti del territorio.

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