Capodanno cinese 2018: tradizioni culinarie, sfilate e festeggiamenti in molte città, per accogliere a braccia aperte il nuovo anno e lasciarsi alle spalle quello passato.
Il capodanno cinese è una festa di grande importanza per la comunità orientale di tutto il mondo, di valore pari al Natale in occidente. Può cadere tra il 21 gennaio e il 20 febbraio, e segue il calendario lunare. Coincide con la festa di primavera ed è caratterizzato da manifestazioni, sfilate e intrattenimenti di vario genere, che vengono vissute in molte città come Milano, Padova, Torino e Bologna e si protraggono per 15 giorni. Quest’anno, rappresentato dal segno zodiacale del cane, si festeggia tra il 16 e il 21 febbraio.
Il cibo come protagonista del capodanno cinese
Le vettovaglie servite durante i festeggiamenti, che si aprono la sera della Vigilia, hanno un significato profondo legato alla lingua orientale e alla simbologia della prosperità, come buon auspicio per l’anno entrante. Boggio Ferraris dice infatti, a Gambero Rosso, che “gran parte delle tradizioni gastronomiche del capodanno cinese hanno alla base motivi linguistici perché alcuni cibi sono omofoni o ricordano nei suoni quelli di parole benauguranti”. Il pesce ad esempio è l’equivalente delle lenticchie della nostra tradizione e porta ricchezza, quindi è tra i protagonisti della tradizione. Anche i ravioli, così come le palline di riso dolce e altri piatti tipici, sono benauguranti e non possono mai mancare in tavola.
I piatti tipici del capodanno cinese
La tradizione vuole che i piatti consumati durante la festività del capodanno cinese siano legati ai concetti di prosperità e abbondanza. Sono cibi portafortuna, come la carpa carassio e il pesce gatto, protagonisti indiscussi della cena della vigilia, perché in grado di portare ricchezza.
Le ricette variano di regione in regione e in base alle tradizioni famigliari; soprattutto per quanto riguarda il ripieno e la cottura dei ravioli. In particolare, in questo periodo si mangiano gli jiaozi, la cui forma ricorda quella dei lingotti d’oro usati nell’antichità. Marco Liu precisa a Gambero Rosso che “i jiaozi tipici di questo periodo sono i goutie, i ravioli brasati, solitamente ripieni con pancia maiale, zenzero e cipollotto e magari un po’ di verdura”.
Una festa dedicata alla famiglia
Il fulcro di questa ricorrenza è la famiglia. Ricercare le proprie radici, tornare a casa e trascorrere del tempo con i propri famigliari diventa un percorso fondamentale per coloro che sono in terre lontane. La tradizione prevede infatti di vivere momenti di condivisione, preghiera e rinnovo.
Le origini del capodanno cinese
Il capodanno cinese ha origini antiche che risalgono al 1600 con la sconfitta del Nian, un demone pericoloso dal quale è necessario continuare a proteggersi ogni anno, cacciando via il precedente e accogliendo con fiducia il successivo. Il rosso è il colore ricorrente nelle sfilate, negli oggetti utilizzati, negli abiti e nei doni perché si narra che questo mostro ne sia fortemente spaventato. In questo modo è possibile tenerlo lontano. Anche i fuochi d’artificio e gli spettacoli pirotecnici, caratteristici di queste festività presentano una simbologia legata al Nian. Infatti, intimorito dai forti rumori, anche in questo caso, può essere allontanato.
La caratteristica festa delle lanterne, rigorosamente rosse, che vengono accese al crepuscolo in onore di Buddha segna la fine del capodanno cinese. Piatto tipico di questa particolare giornata sono i tāngyuán, palline di riso dolce farcite con marmellata di fagioli, sesamo nero oppure datteri e cotte in uno sciroppo di acqua e zucchero che rimandano alla simbologia della famiglia e dell’importanza dello stare insieme.
Fonte foto: Fonte foto: https://pixabay.com/it/vietnam-tempio-old-town-cinese-1276636/
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.