We want plates: la bizzarra ma seguitissima campagna sul web per abolire gli impiattamenti assurdi!
Impiattare bene è un’arte, perché è proprio dall’impiattamento, ossia dal modo di servire e disporre il cibo sul piatto, che comincia l’acquolina e l’assaggio “sensoriale” delle portate. Ma ci sono ristoratori che, credendo che il cliente voglia a tutti costi l’originalità , “osano” servire dei piatti dentro improbabili contenitori. C’è chi, e sono anche grandi chef, ha persino provato a servire gli stuzzichini in ombrelli rovesciati, chi invece ha optato per delle coppe a forma di scarpa, molto poco invitanti. Ma il teatro nell’assurdo, per impiattare in modo originale, offre stranezze ancora peggiori, come ad esempio pesci crudi serviti in una sorta di acquario e ciotole per cani riempite di pasta e carne. E che dire della lastra di ardesia, tristissimo modo per servire dolci e caffè, ma che purtroppo è ancora molto in voga?
We want plates è nato da un’idea del fotografo Ross McGinnes, che – disgustato da questi impiattamenti – ha deciso di creare un account su Twitter per raccogliere tutti questi orrori. L’iniziativa è stata subito accolta da un numero impressionante di followers, che hanno cominciato a postare su We want plates tutte le assurdità proposte da alcuni ristoranti. Ad esempio, una delle tendenze del momento pare sia quella – ahimé – di servire il cibo direttamente sulle piastre, tipo placche da forno!
Insomma, chiedono solo dei piatti! Qualche ristoratore, che forse è incappato in We want plates, è arrivato a scrivere sul cavalletto, davanti al proprio locale, la scritta “Qui solo piatti”.
Essere originali a tutti i costi, specie quando si tratta un argomento delicato come il cibo, non sempre porta a dei grandi risultati, e il successo di We want plates lo dimostra.
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