Ingredienti
Come si fanno gli arancini siciliani? La ricetta è semplice e il risultato è delizioso! Scopriamo come preparare questo meraviglioso finger food.
Gli arancini di riso, detti anche arancine, sono un finger food della tradizione siciliana davvero meraviglioso. In Sicilia si possono davvero trovare ovunque, fra le vie delle città e nelle varie friggitorie sparse per i paesi dell’isola… ma avete mai provato a prepararli a casa? Di questi golosi timballini di riso ne esistono oramai talmente tante versioni che abbiamo perso il conto!
Oggi abbiamo deciso di proporvi la versione classica con un ripieno di carne e mozzarella: che dite, ci mettiamo all’opera? Allora scopriamo subito tutti i passaggi della ricetta degli arancini di riso siciliani!
Come fare gli arancini di riso: la ricetta originale
- Prima di tutto occupatevi del riso: fatelo lessare in acqua bollente salata, dopodiché sciogliete la bustina di zafferano in una ciotolina con acqua calda e unitelo al riso cotto, mantecando con del burro e del formaggio grattugiato.
- Una volta fatto mettete il riso su una teglia, livellando per bene e coprendo con della pellicola trasparente. Il riso dovrà rimanere a riposare fuori dal frigo per almeno un’ora e mezza.
- Nel frattempo passate al ripieno: mondate la cipolla, fatela soffriggere con dell’olio in una padella e aggiungete la carne macinata. Salate, pepate, sfumate con il vino e poi aggiungete il pomodoro.
- Lasciate in cottura per almeno una ventina di minuti.
- Quando il riso sarà raffreddato e il ragù sarà pronto, potrete passare alla formazione degli arancini. Prendete del riso e realizzate una sorta di conca, farcite con un cucchiaio di ragù e la mozzarella a cubetti e poi chiudete, formando una palla o se preferite dando loro una forma più affusolata.
- Passate dunque alla panatura: immergete le vostre palle di riso nelle uova sbattute e poi nel pangrattato.
- Fate friggere in olio caldo finché le arancine non saranno belle dorate e una volta pronte asciugatele con carta da cucina.
- Buon appetito!
Al posto del ragù, se lo desiderate, potete anche creare un ripieno di prosciutto e mozzarella.
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Conservazione
Ora che avete visto la ricetta degli arancini siciliani, sappiate che andrebbero gustati al momento, quando sono ancora caldi e dal cuore filante. Se non riuscite a finirli tutti potete anche conservarli in frigorifero ben avvolti nella pellicola per circa 1-2 giorni. Se avete utilizzato tutti ingredienti freschi potete anche congelarli in freezer da crudi, e friggerli all’occorrenza, o da cotti e scaldarli poi solo in forno prima di servirli.
Ma si dice arancini o arancine?
Il dilemma siciliano per eccellenza: ma queste deliziose palle di riso fritte e ripiene come si chiamano? Sono maschili o femminili? La risposta… cambia da zona a zona!
A Palermo ad esempio si dice arancina, e dunque il termine è femminile. Al contrario, a Catania torna maschile. La differenza sta nell’etimologia, poiché alcuni dicono derivi dall’arancia, altri invece dall’albero, che dunque essendo arancio, vira verso il genere maschile.
Eppure sul termine è intervenuta anche la Crusca, che ha messo ordine sulla diatriba: si dice arancino e non arancina per motivi di anzianità : il termine è più antico e pare risalga al 1857. Tuttavia, resta valido anche il femminile…
Se vi è piaciuta la ricetta degli arancini di riso siciliani, scoprite il video della preparazione.
Storia degli arancini di riso: come sono nati?
L’arancina è un piatto originario della Sicilia, la cui storia risale al periodo compreso tra il IV e l’XI secolo. La sua origine, come molte altre pietanze a base di riso nell’Italia meridionale, è da attribuire alla dominazione araba. Gli Arabi avevano l’usanza di formare piccole palline di riso con l’aggiunta di zafferano nel palmo della mano e poi condirle con carne di agnello.
Secondo quanto riferito da Giambonino da Cremona nel XIII secolo, gli Arabi tendevano a denominare le loro polpette con il nome di un frutto che avesse una certa somiglianza, almeno nella forma. Così nacquero le “arancine,” ispirate, ovviamente, al ricco frutto che l’Isola di Sicilia aveva in abbondanza: l’arancia.
La versione dell’arancina siciliana, così come la conosciamo oggi, comparve relativamente tardi nei ricettari ufficiali, più o meno nel XIX secolo, il che ha portato alcuni a dubitare di un reale collegamento con la cucina araba.