Simbolo dell’estate, il cocco è un frutto esotico ormai entrato nella nostra quotidianità. Ma come si apre una noce di cocco? Scopriamolo!
“Cocco bello, cocco fresco!“. Chiunque si sia recato almeno una volta al mare avrà sentito questo ritornello. Dal guscio marrone e dalla polpa bianco latte, è il vero simbolo dell’estate. Il suo gusto, leggermente dolce e fresco, lo rende un perfetto alleato per l’estate perchè è una fonte primaria di energia oltre che di vitamine e sali minerali. Come se non bastasse, oltre al suo uso a crudo, lo si può inserire in tante ricette dal sapore orientale. Ma chi sa davvero riconoscere il cocco fresco? Scopriamo come fare!
Come scegliere una buona noce di cocco
In commercio esistono ormai versioni di cocco già tagliato e pronto all’uso. Anche se questa opzione potrebbe essere molto allettante, consigliamo sempre di comprarlo fresco sia per una questione di costo (già pulito e tagliato costerà di certo più costoso) sia perchè durante il processo potrebbe perdere gran parte del suo gusto, delle sue proprietà oltre che della sua freschezza. Imparare ad aprirlo è davvero facile e basta avere alcune accortezze. Ma facciamo un passo indietro. Come riconoscere un cocco fresco? Ecco alcuni consigli utili:
- Il latte: Per prima cosa avvicinarlo all’orecchio e scuoterlo con una mano. Se sarà presente il latte di cocco, sarà fresco.
- Il peso: ci si può accorgere della sua freschezza anche testandone il peso. Se sarà molto grande e avrà un peso minore, difficilmente sarà fresco. Il suo peso deve essere proporzionato alle dimensioni.
- La forma: la noce deve essere tonda, non appuntita (segno di eccessiva maturazione).
- Il guscio: deve essere il più possibile omogeneo ed intatto, senza ammaccature e, ovviamente, non deve presentare tracce di muffa.
- Il profumo: avviciniamo la noce di cocco intera al naso. il suo stesso profumo sarà indice di freschezza. Non deve emanare un cattivo odore!
Caratteristiche ed etimologia del cocco
Tipica dei litorali caldi dei tropici, la noce di cocco è il frutto di una pianta (la palma da cocco) appartenente alla famiglia delle Arecacee. Il suo nome, così sonoro, deriva dal portoghese: “coco” che significa “capo, testa”. Si narra infatti che fu Vasco de Gama a dargli il nome durante il suo viaggio nelle Indie perchè gli ricordava la testa a forma di zucca intagliata del Coco, il famoso mostro della mitologia ispanica.
La sua coltivazione oggi è amplissima ma si pensa che il luogo d’origine (ancora non ben identificato) sia l’arcipelago Indonesiano. Questo spiegherebbe il suo massiccio uso nella cucina indonesiana, filippina, cambogiana, indiana e srilankese.
La noce da cocco è costituita da una parte che viene eliminata prima della sua commercializzazione, formata da buccia e mesocarpo fibroso. Il seme, la parte commestibile, è costituita da una pellicina marrone e da uno strato spesso 1–3 cm di polpa che forma una cavità interna contenente un liquido lattiginoso, detto “acqua di cocco”.
Gli infiniti usi del cocco
Il cocco è un frutto estremamente poliedrico ed il suo uso va ben oltre quello culinario. Dalla polpa si ottengono: il latte di cocco (una bevanda dolce utilizzata sia nell’azienda dolciaria che come bevanda rinfrescante); il burro di cacao e la farina, usati nell’industria alimentare e l’olio di cocco utilizzato sia a livello alimentare per la produzione delle margarine che nella cosmesi. Ad esempio è spesso utilizzato nelle creme solari e dopo-sole. Infatti il cocco è capace di lasciare sulla pelle uno strato impercettibile e resistente all’acqua che la nutre e la protegge evitandone la disidratazione. Il suo guscio è poi utilizzato per gli arredamenti o per le decorazioni.
Le proprietà e le calorie del cocco
Ogni 100 g si contano 354 kcal. Oltre ad essere facilmente digeribile, è un’ottima fonte di energia dato il suo elevato contenuto di grassi e zuccheri. Inoltre l’alta concentrazione di sali minerali come calcio, sodio, fosforo, potassio, magnesio, ferro e rame lo rendono fondamentale nelle calde giornate estive. Il frutto è composto per il 36% da grassi; per il 9% di zuccheri e per il 4% da proteine.
Fonte foto: Pixabay