Il Governo italiano vieta la produzione e la vendita di carne sintetica, latte e pesce, ma la decisione solleva dibattiti su sostenibilità e innovazione nell’alimentazione.
Dopo il via libera alla farina di grillo, il Governo di centrodestra ha approvato un disegno di legge che impone sanzioni da 10mila euro al 10% del fatturato annuo per coloro che producono e vendono carne sintetica, latte, pesce e cibo per animali in Italia. Ecco quindi il No dell’Italia alla carne sintetica, che porterà sicuramente un grande dibattito tra gli ambientalisti.
No alla carne sintetica: la scelta dell’Italia
La produzione di carne sintetica implica l’estrazione di cellule staminali da un muscolo, che vengono poi coltivate in un bioreattore. Questa tecnologia è considerata più sostenibile per l’ambiente e in grado di produrre grandi quantità di carne in poche settimane. Tuttavia, il governo ha deciso di vietare la sua produzione e vendita in Italia.
Il sintetico, che elimina la necessità di macellazione e richiede meno risorse e sfruttamento del suolo, è stato oggetto di approfondimento nel dicembre 2021. Tuttavia, il governo ha deciso che per il momento non sarà consentito in Italia, pena sanzioni amministrative fino al 10% del fatturato annuo e la possibile esclusione dai fondi pubblici ed europei per i trasgressori, incluso latte, pesce e cibo per animali, con l’obbligo di etichettatura adeguata. Secondo il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, questa decisione riguarda la qualità e la protezione della cultura e delle tradizioni.
Le parole di Lollobrigida e di Coldiretti
Il Governo difende il divieto della carne sintetica in Italia: “La tutela della cultura e della tradizione enogastronomica e il rischio di disoccupazione e impatti sulla biodiversità sono le motivazioni alla base della decisione”, commenta il Ministro Francesco Lollobrigida.
Invece commenta così la decisione il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: “Il nostro ringraziamento va al Governo per aver accolto la richiesta di fermare una pericolosa deriva che mette a rischio non solo la cultura alimentare nazionale, ma anche l’intera filiera del cibo Made in Italy e la stessa democrazia economica. È importante sottolineare che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non offre alcun beneficio all’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Inoltre, non è sicuro per la salute dei consumatori, poiché non c’è garanzia che i prodotti chimici utilizzati siano sicuri per il consumo alimentare. Infine, è importante considerare che questi prodotti sono nelle mani di grandi multinazionali, il che li rende non accessibili a tutti. La decisione del Governo rappresenta quindi una scelta di tutela della salute pubblica, dell’ambiente e della cultura alimentare nazionale”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.