Mangiare l’agnello a Pasqua è giusto o sbagliato? Indaghiamo nel passato e spieghiamo l’origine religiosa alla base di questa lunga tradizione.
Quando si pensa alle festività pasquali, non si può non pensare alle tante preparazioni a base di carne d’agnello, tipiche del periodo. Questa consuetudine fa parte di una lunga tradizione, che si è sempre più consolidata negli anni. Nelle case degli italiani, da nord a sud, è ormai un rito mangiare carne di agnello a Pasqua. Non tutti, però, sanno da cosa, realmente, nasce questa usanza.
Da cosa nasce la tradizione di mangiare l’agnello a Pasqua?
La storia e la tradizione dell’agnello pasquale ha inizio vari secoli fa. L’origine di tutto sembra essere la Pesach, ovvero la Pasqua ebraica. Un antico comandamento, osservato da questo popolo, prevedeva di dover sacrificare questo animale “il giorno 14 del mese ebraico di Nisan”. Per questo, erano soliti consumare pietanze a base di questa carne, nella notte di questa importante festività.
L’usanza, inoltre, è legata anche alla schiavitù in Egitto del popolo di Israele. Secondo la storia, un angelo sterminatore sarebbe passato durante la notte a sterminare ogni primogenito. Per salvarsi, sugli stipiti di ogni casa venne segnata una “x” con il sangue di un agnello, sacrificato per l’occasione.
Per rispondere alla domanda sul perché a Pasqua si mangia l’agnello, arriviamo a tempi più recenti. Anche nelle scritture osservate dai fedeli cristiani, viene spesso fatto riferimento al sacrificio dell'”Agnello di Dio“. Simbolo di purezza e fragilità, questo animale – o meglio la sua carne – è stato per molto tempo visto come il dono migliore che un credente potesse fare al proprio Signore. Così, la tradizione di sacrificare e mangiare questa carne è diventata consuetudine, legata al significato che questa festività rappresenta per i cristiani.
Mangiare l’agnello a Pasqua è davvero un rito cristiano?
Negli anni, però, si è approfondito il discorso in merito a tale questione. Studiando i Vangeli e interpretando il vero messaggio di Gesù, si è andato sempre più perdendo il simbolo dell’agnello. Nella vera Pasqua, il sacrificio viene compiuto dal figlio di Dio. Il vero significato cristiano che è legato a questa festività è quello di un Dio che, fatto uomo, sacrifica se stesso per l’umanità.
Secondo i fondamenti della religione cristiana, quindi, non sarebbe necessario sacrificare – o per meglio dire, mangiare – questo animale. Tuttavia, questa è ormai tradizione consolidata in Italia. La sua tenera carne viene preparata in una varietà di modi. Come si mangia l’agnello a Pasqua? Potete cuocere la carne con verdure al vino rosso, preparare l’agnello al forno con patate, oppure cucinare un agnello alla cacciatora.
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