Il riso pilaf è una ricetta di origine turca ma diffusa in tutto il Medio Oriente: ecco come prepararla e come gustarla al meglio.
Con il termine riso pilaf non ci si riferisce a una varietà di riso bensì a una tecnica di cottura. Tipico della Turchia, è in realtà diffuso in tutti i paesi del Medio Oriente, dove il riso viene servito come accompagnamento a secondi piatti a base di carne, pesce o verdure. Il riso pilaf viene cotto per assorbimento nel doppio del suo volume di acqua e questo permette di ottenere dei chicchi ben sgranati.
Il tipo di riso utilizzato è il Basmati o, più raramente, il Patna. Si tratta in entrambi i casi di varietà a chicco lungo, povere di amido e perfette per realizzare questo genere di preparazioni. Se preferite varietà più nostrane, potete optare per un riso lungo B, coltivato anche in Italia.
La prima fase di cottura del riso pilaf prevede che venga rosolato in un soffritto di burro e cipolla al quale vengono poi aggiunte le spezie. Tradizionalmente non mancano cannella e chiodi di garofano ma non è raro trovare anche anice stellato, cardamomo e foglie di alloro. L’acqua invece va incorporata tutta in una volta e può essere sostituita con un brodo leggero di carne o verdure. La cottura avviene a fiamma bassa pressoché per tutto il tempo e il riso non va mai mescolato.
Se siete alla ricerca di qualche idea per portare in tavola il riso pilaf, vi consigliamo di provarlo sia con le verdure, per un piatto più estivo, che come contorno del classico pollo al curry.

Ingredienti
Per il riso pilaf
- Riso Basmati – 300 g
- Acqua (o brodo) – 800 ml
- Cipolla bianca – 1
- Burro – 50 g
- Cannella – 1 stecca
- Chiodi di garofano – 3
- Anice stellato – 1
Preparazione
Riso Basmati pilaf
Lavate il riso accuratamente sotto acqua corrente così da rimuovere la polvere e fargli rilasciare l’amido in eccesso. Una volta fatto, scolatelo bene dall’acqua.
Tritate la cipolla molto fine e mettetela in una pentola dai doppi manici: aggiungete il burro e fate soffriggere a fuoco dolce, così da non farla bruciare.
Una volta che sarà diventata bella trasparente (fermatevi prima che si colorisca!) aggiungete cannella e chiodi di garofano e mescolate bene per qualche minuto. Via libera anche ad anice stellato, alloro e bacche di cardamomo.
Unite il riso, mescolate in modo da farlo insaporire, quindi copritelo con l’acqua, aggiunta tutta in una volta. Non serve che sia calda. Mettete il coperchio, portate a bollore quindi abbassate la fiamma al minimo lasciando giusto un piccolo sfiato. Il riso pilaf non va mai mescolato durante la cottura.
Il riso è pronto quando tutta l’acqua si sarà assorbita: dopo circa 15 minuti, quando vedrete che la superficie è asciutta, spostate il riso con un cucchiaio proprio al centro della pentola e verificate che anche sul fondo non sia rimasta acqua.
Fatelo riposare qualche minuto con il coperchio quindi sgranatelo con una forchetta e servitelo.
Se non amate la cipolla o una qualunque delle spezie utilizzate potete tranquillamente ometterle. In tutti i casi è importante utilizzare spezie intere in modo che una volta cotto il riso siano più semplici da rimuovere, per non parlare del fatto che sono molto più aromatiche di quelle già macinate.
Origine e storia
Il riso pilaf, sebbene diffuso in molte zone del Medio Oriente, è una ricetta originaria dell’Uzbekistan dove è noto con il nome di plov. Qui il riso a chicco lungo veniva cotto per assorbimento in casseruole molto spesse messe all’interno di forni. Arrivato in Turchia trova terreno fertile ma per la cottura si passa al fuoco tradizionale, più semplice da gestire.
Il nome pilaf deriva proprio dal turco pilau, ossia riso bollito. Questa particolare tecnica di cottura si è poi diffusa in tutto il mondo dando vita a ricette diverse con il biryani di riso e la paella spagnola.
Conservazione
Il riso pilaf si mantiene in frigorifero, ben coperto da pellicola, per 2-3 giorni.