Gustose e versatili in cucina, le fave fresche sono il vero simbolo dell’arrivo della primavera. Ma come cucinarle? Scopriamolo!
La fava è una pianta erbacea della famiglia delle leguminose diffusa nei Paesi del bacino del Mediterraneo. La stessa famiglia di soia, piselli, fagioli e lenticchie.
E’ caratterizzata da uno stelo eretto, alto fino a un metro ed il suo frutto è un grosso baccello di 30 cm di lunghezza contenente dei grossi semi verdi, anch’essi definiti “fave”. Gustose ed eclettiche in cucina, le fave fresche restano sul mercato per poco tempo, scomparendo ai primi caldi. Per questo non dobbiamo farcele scappare e dobbiamo sfruttare ogni occasione per prepararle al meglio in tante gustose ricette. Scopriamo allora come si cuociono!
Fave: come pulirle e capire se sono fresche
Per pulire i baccelli basterà prima di tutto aprirli e staccare le fave dal loro interno. Una volta fatta questa operazione, si vedrà una sorta di escrescenza sulla fava: è il seme. Dopo averlo staccato si potrà capire se è fresca oppure no: basterà guardarne il colore. Se nel punto in cui è stato staccato il seme si vedrà un bel verde brillante, allora la fava sarà fresca. Se invece in quel punto tenderà al nerastro, allora non sarà freschissima e andrà consumata all’istante. L’indice di freschezza è inoltre fornito dal baccello. Esso dovrà essere lucido, duro, croccante e di un colore verde brillante. Al tatto devono essere fragranti e devono rompersi alla pressione con uno schiocco.
Se la fava è fresca si consiglia di gustarla a crudo. Se invece non sono freschissime si consiglia di cuocerle, anche per pochi minuti.
Continuiamo a pulirla. Dopo aver tolto le fave dal loro baccello, basterà eliminare il loro strato esterno. Per farlo bisognerà praticare una incisione sulla superficie con un coltello e fare una leggera pressione. In questo modo la fava uscirà molto facilmente dal suo guscio e sarà pronta per essere cotta!
Cucinare le fave: come si fa
Se le fave non sono freschissime avranno un sapore leggermente amarognolo. Per questo è bene cuocerle insieme a qualche erba aromatica. Per farlo basterà immergerle in acqua bollente salata nella quale sarà stata inserita una cipolla intera. Aggiungendo anche qualche goccia di limone si eviterà che le fave fresche si anneriscano durante la cottura. Oppure si potranno cuocere molto semplicemente in padella con un soffritto di cipolle.
Fave: conservazione e ricette
Per gustare tutto il gusto delle fave si consiglia di prenderle fresche. Tuttavia esse dovranno essere mangiate massimo dopo due o tre giorni di permanenza in frigorifero. Le fave sono buonissime anche crude, spesso abbinate a formaggi saporiti e sapidi come il pecorino toscano o romano, in insalate fresche e gustose. Se invece si vuole realizzare una gustosa crema di fave o ancora una pasta con le fave, è bene pulirle e cuocerle.
Proprietà e calorie delle fave
Le fave fresche hanno un elevato contenuto proteico, molto vicino a quello della carne. Ogni 100 g di prodotto si contano 88 kcal, 0,7 g di grassi; 25 mg di sodio; 332 mg di potassio; 18 g di carboidrati; 8 g di proteine. Contengono notevoli quantità di carboidrati e quindi sono un’ottima fonte calorica. Contengono una buona quantità di minerali come ferro, fosforo, calcio e vitamine. Tra di esse si segnala una buona quantità di vitamina A, essenziale per la pelle, B 12; la vitamina C che rinforza le difese immunitarie, la E, essenziale per la riproduzione, K, indispensabile per la coagulazione del sangue e vitamina PP. Le fave sono completamente assenti di colesterolo.
Tutti questi elementi nutritivi le rendono particolarmente utili in caso di debolezza fisica. Non a caso sono un legume primaverile: vengono in aiuto nel cambio di stagione e permettono al corpo di rigenerarsi dopo l’inverno. in caso di disturbi intestinali, per bloccare gli episodi diarroici. In passato infatti, un antico rimedio contadino prevedeva l’utilizzo della loro farina, portata ad ebollizione, per bloccare la diarrea. Inoltre l’infuso di fiori di fave è particolarmente usato in caso di nausea o di coliche renali.
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