Il lievito è stato il grande assente del primo lockdown ma questa volta, assicurano i produttori, non mancherà dagli scaffali.
La scorsa primavera il mondo intero si è trovato ad affrontare una situazione senza precedenti. Il dilagare di un nuovo coronavirus ha costretto le persone a oltre un mese di quarantena, vissuta tra le mura domestiche. Il lievito si è rivelato uno dei beni di prima necessità e in breve tempo ha cominciato a sparire dagli scaffali dei supermercati. Ora che molte regioni si trovano a dover affrontare un nuovo lockdown, assicura la presidente degli imprenditori del settore lieviti Paola Grechi, il lievito non mancherà. Ma una nuova minaccia è in agguato.
Il lievito mancherà anche nel secondo lockdown?
Secondo quanto affermato da Paola Grechi, le industrie del settore hanno lavorato senza sosta in questi mesi per produrre un quantitativo più che sufficiente di lievito in grado di soddisfare anche picchi di richiesta analoghi a quelli della scorsa primavera.
Non sarà quindi necessario, almeno per adesso, fare scorta di questa magiche bustine che ci hanno permesso durante il periodo di reclusione forzata, di sperimentare nuove ricette in cucina. Non dovremo quindi rinunciare alla pizza fatta in casa o al pane, perché ci sono scorte tali da soddisfare il bisogno nazionale.
C’è però un nuovo pericolo in agguato e arriva dalla commissione europea. Nell’ambito della discussione sulle energie rinnovabili infatti, si stanno studianti fonti energetiche alternative e tra queste figura il melasso. Questa sostanza, dalla cui fermentazione si ottiene il lievito, è destinata a diventare anche un biocombustibile. Sulla scia degli incentivi comunitari quindi, l’industria alimentare e quella energetica cominceranno a contendersi il nostro amato futuro lievito.
Se quindi fare scorte sul lungo termine non è possibile, non resta che avviare la produzione della nostra pasta madre: sarà lei il nostro lievito del futuro!
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