Uova ma anche mirin, salsa di soia e brodo dashi compongono il tamagoyaki, la tipica frittata giapponese arrotolata.
Il tamagoyaki, anche noto come dashimakitamago, è la tipica frittata giapponese solitamente servita a colazione nonché pietanza immancabile del bento, la schiscetta nipponica. Viene anche servita nei ristoranti di sushi in quanto la sua preparazione rappresenta un ottimo metro di valutazione delle abilità dello chef.
Che ci sarà mai di difficile nel preparare una frittata, direte. Ebbene dovete sapere che questa particolare ricetta giapponese, ossia quella del tamagoyaki, oltre alle uova prevede mirin, salsa di soia, zucchero e brodo dashi. È proprio quest’ultimo a renderla così soffice e leggera ma allo stesso tempo difficile da preparare. Un altro requisito, qualora decidiate di cimentarvi nella ricetta, è l’apposita padella o makiyakinabe, di forma quadrata o rettangolare. Sperando di non avervi spaventato troppo, ecco la ricetta.
Come preparare la ricetta del tamagoyaki
- Rompete le uova in una ciotola e sbattete appena con la forchetta: dovranno vedersi ancora albume e tuorlo parzialmente separati.
- Unite la salsa di soia, il mirin, il brodo dashi, zucchero e sale e date un’ultima veloce mescolata.
- Oliate appena l’apposita padella e versate un poco di composto in modo da creare uno strato sottile e uniforme.
- Non appena comincerà a rapprendersi, inclinate la padella e arrotolatelo su sé stesso. Versate un altro poco di composto e proseguite con la cottura fino a esaurire il mix di uova.
- Una volta pronto, passate il tamagoyaki in un tappetino per sushi rivestito di pellicola e dategli la caratteristica forma rettangolare. Lasciate riposare avvolto per qualche minuto quindi servitelo tagliato a fette.
Questa frittata giapponese è davvero particolare e merita di essere provata. In alternativa vi consigliamo una versione più ricca ma anche più semplice da realizzare, l’okonomyaki.
Conservazione
Il tamagoyaki si conserva in frigorifero, avvolto da pellicola, per un paio di giorni. Se ne consiglia il consumo a temperatura ambiente.
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